Rita Luchetti Bartoli: "Una storia divertente,
molto sarcastica e critica"
Cosa vi ha convinto del progetto "La Patente"?
Rita Luchetti Bartoli: L'idea era molto buona, perchè leggendo la sceneggiatura l'ho trovata divertente e molto sarcastica e critica, pur essendo sempre in grado di volgere l'amarezza in sorriso che era quello di cui sentivo molto la mancanza in un periodo come questo dove la situazione è abbastanza tragica.
Insomma, produttivamente era fattibile, la sceneggiatura era stata scritta con molto realismo, consci che le difficoltà delle produzioni
indie sono tantissime e il fatto di essere pensata per essere girata in pochi ambienti, dopo aver fatto molte prove a teatro con tutto il cast prima di iniziare a girare, mi hanno convinto che il progetto era fattibile. Certo, i rischi c'erano, e molti.
Mi ha convinto anche l'entusiasmo di tutta la crew, che non si è tirata indietro, ha accettato di lavorare al minimo sindacale e ha dato il meglio per portare a casa il miglior lavoro possibile.
Con quali aspettative affrontate l'uscita in sala?
Rita Luchetti Bartoli: Ovviamente le aspettative sono quelle di vedere coronato tanto sforzo e tanto impegno in una buona "visione collettiva", che è lo spirito del medium cinema e della sala. Questo paese offre davvero poco per chi non è già inserito a vari livelli nel circuito, cosa di cui tutti si lamentano ma pochi affrontano con onestà, etica e rigore.
Sicuramente ne siamo contenti perchè è già una molto aver ottenuto, come produttori realmente indipendenti (sia ideologicamente che produttivamente), la possibilità di uscire in un cinema...
Quali le maggiori difficoltà nella lavorazione?
Rita Luchetti Bartoli: La lista è infinita. Con un manipolo di collaboratori ridotti all'osso, abbiamo innanzitutto dovuto affrontare una burocrazia enorme per essere "in regola" e spesso la cosa più difficile era riuscire a ottenere la semplice informazione di dove e come. Poi, ovviamente, ci sono rischi e incertezze comuni in questo campo, ma quando sei un indipendente non puoi permetterti errori, perchè tutto deve essere studiato alla perfezione: se l'ingranaggio si inceppa anche per un solo giorno, non sei in grado di coprirne le spese o i capovolgimenti, quindi per tutto il periodo di lavorazione (e almeno un paio di mesi prima!) non c'è sosta, nè mentale nè fisica. Considerando poi che quando abbiamo iniziato a girare gli esterni ha nevicato qui a Roma, evento che ha quasi del soprannaturale, direi che le difficoltà sono state davvero tante, ma con molta passione per quello che facevamo e soprattutto per il rispetto al lavoro e allo sforzo di tutti, siamo sempre riusciti a fare quello che andava fatto, fino alla fine.
Prossimi progetti?
Rita Luchetti Bartoli: In questo Paese sembra che nessuno abbia più voglia di investire, di rischiare qualcosa... tutti si aspettano solo i fondi dallo Stato, Ministero o Regione o Film Commission che sia, e lo scopo sembra esaurirsi lì.
Lo Stato poi, da parte sua, fa del suo meglio per tagliare questi fondi di anno in anno e non è un mistero per nessuno che finiscano spesso destinati agli eletti di una casta già introdotta peraltro.
Insomma, per il cinema indipendente, per i registi e gli attori esordiente, e ancor più per i produttori indipendenti, la situazione è abbastanza grama e poco stimolante allo stato attuale, inutile e sbagliato nasconderlo. Il futuro? Beh, la Rasa Film, la società nata intorno a questo progetto, a stento oggi sopravvive... quindi le stiamo dando un altro anno di prova, poi si va all'estero: peggio di come è qui non sarà mai!
27/08/2012, 09:00
Carlo Griseri