QUEEN OF MONTREUIL - Una vedova, due islandesi e una foca
Si dice che quando una donna supera la morte del marito, diventi una regina. Agathe, protagonista di "
Queen of Montreuil", ci prova a elaborare il lutto. Di suo marito non le rimane che un'urna di ceneri in mano. Vorrebbe starsene tranquilla a piangere e invece, in mezzo al carosello umano che le si forma intorno, non avrà più un momento di pace.
Presentato alle
Giornate degli Autori di Venezia, il nuovo film della regista islandese
Sólveig Anspach, è un racconto delicato sul dolore, la perdita, ma anche sulla capacità di rinascita, sulla solidarietà, sulle famiglie che nascono non dai vincoli di sangue ma da una comunione di destini. Una commedia talvolta spiazzante, in cui risate e pianti si alternano, e i momenti di maggior spaesamento lasciano il passo a situazioni grottesche che sembrano relativizzare tutto, anche la sofferenza.
Appena tornata a Montreuil con le ceneri del marito, Agathe, che ha il volto sperduto della brava Florence
Loiret Caille, si ritrova fuori casa una madre e figlio islandesi che le chiedono ospitalità. Un duo a dir poco originale, due perfetti fricchettoni (la donna è interpretata da
Didda Jonsdottir, al suo terzo film con la regista; il ragazzo è il vero figlio della Jonsdottir) provenienti dalla Giamaica e in transito verso il loro paese, se non fosse che la compagnia aerea che li doveva riportare in Islanda è fallita improvvisamente.
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Volevo che il punto di vista fosse di due persone esterne, che con il loro bagaglio di storie e leggende riuscisse a dare un aiuto alla protagonista". L'incontro tra questi due mondi e culture, Francia e Islanda, è lo spunto per alcuni passaggi squisitamente surreali. Surrealtà che tocca il suo picco quando di questo consesso sgangherato entra a far parte anche una foca.
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Dirigere una foca non è stato facile", racconta
Anspach, "
c'era molta tensione sul set. La foca, nei cartoni animati, è ritratta come un animale dolce e gentile, nella realtà fa paura: pesa 100 chili, è alta quanto noi. Ringrazio Florence per il coraggio".
Loiret Caille, dal canto suo, ringrazia la regista per essere entrata nel suo mondo: "
Un universo rovesciato, in cui si piange per amore e si ride della morte".
01/09/2012, 14:51