Note di regia del documentario "Lovebirds - Rebel Lovers in India"
L’India sta oggi diventando sempre più una potenza globale e le storie dei Lovebirds conducono intimamente nei retroscena dello sviluppo vertiginoso di questo Paese. Ognuna delle tre vicende raccontate propone uno sguardo su particolari aspetti della società indiana in cambiamento.
Dopo pochi giorni passati a New Delhi con i Love Commandos, il quadro del progetto che avevamo in mano era già chiaro: si trattava di documentare e raccontare un incontro/scontro tra visioni molto diverse che convivono sia nell’animo dei protagonisti così come nella più ampia realtà sociale.
Ad emergere con forza è la profonda consapevolezza del sentimento e della scelta che ha reso questi innamorati fuggiaschi, prigionieri in una stanza, ripudiati dai parenti, dagli amici, dal villaggio e da buona parte della società. I volti delle giovani coppie raccontano la fuga da una violenza incomprensibile fatta di esecuzioni, rapimenti, torture e infine omicidi. Spesso dietro questi “honour killings”– omicidi d’onore – ci sono vere e proprie sentenze di morte pronunciate dal Khap Panchayst, una sorta di consiglio ultra-conservatore che, al di là di ogni legge, ancora governa i villaggi e influenza le scelte politiche di una nazione che si sta sviluppando a ritmo incessante. In questo contesto i dati stimati dalla United Nations Popolutaion Fund parlano di oltre 5mila donne uccise in Asia ogni anno da parte dei loro famigliari.
Gianpaolo Bigoli
Il punto di partenza per rendere intelligibili vicende così complesse è stato seguire Mr. Sachdev nella sua battaglia sociale chiedendo, a lui e ai Lovebirds, perchè avevano scelto di sfidare un potere così antico ed oscuro. La loro risposta supera ogni barriera culturale ed è semplice quanto disarmante: per amore