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VENEZIA 69 - IOLANDA TRA BIMBA E CORSARA
- Il corsaro del tempo familiare


VENEZIA 69 - IOLANDA TRA BIMBA E CORSARA - Il corsaro del tempo familiare
Iolanda, tra bimba e corsara” è un viaggio all’interno dell’immaginario salgariano e del tempo familiare di Tonino De Bernardi. Il film fa parte della serie di filmi sperimentali prodotti da Quarto film in collaborazione con Rai Tre (Fuori Orario) presentati con successo alla Mostra del Cinema di Venezia durante le Giornate degli Autori 2012.

Nel film di De Bernardi si sovrappongono vari piani temporali e varie ambientazioni. La vicenda degli ultimi giorni di Salgari si fonde con la quotidianità della vita del regista. Ci sono i bambini “fratelli – sorelle – cugini” che interpretano i pirati e che si rincorrono nei prati spensierati di una campagna piemontese ferma nel tempo, un gruppo musicale urla la sua rabbia esistenziale e un regista al computer sta montando il suo film nel ritmo dilatato della casa, lontanissima dalla città. Veniamo poi catapultati nello studio di un artista che costruisce la sua ossessione estetica con gli omini del Subbuteo e seguiamo i cortei e le proteste dei No Tav. Interessante è il modo in cui De Bernardi usa il mezzo digitale, arrivando ad una fusione completa tra la sua soggettività e i “personaggi” rappresentati nel film. La camera, sempre a spalla e molto attenta al quotidiano della sua famiglia, diventa un mezzo per entrare ancora più in profondità nella realtà. Il regista si prende i suoi tempi per osservare il suo mondo, persino una carezza ad un gatto che passa curioso davanti all’obiettivo diventa momento poetico e di sospensione del tempo. Il passaggio delle stagioni è un altro degli elementi che rende questo film molto poetico. Vediamo Torino che cambia aspetto, la neve immerge la città in un silenzio ovattato e magico, una voce fuori campo legge le ultime lettere di Salgari, scritte ad editori, familiari e colleghi prima del suicidio del 1911. I personaggi di Salgari non vengono mai rappresentati ma solo evocati dai familiari di De Bernardi attraverso la lettura di lettere e passi dei suoi romanzi. Il film è un esempio di quello che viene definito cinema amateur, un cinema digitale fatto con pochi mezzi ma dai grandi contenuti personali e poetici.

08/09/2012, 12:28

Duccio Ricciardelli