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NFF - Parola al direttore artistico Mario Violini


NFF - Parola al direttore artistico Mario Violini
Fondatore nel 1997 del Napoli Film Festival, Mario Violini si è quest'anno ritrovato a dirigere insieme a Davide Azzolini, una quattordicesima edizione molto ricca e diversificata.
Il direttore artistico ha raccontato a Cinemaitaliano.info i segreti del successo del NFF 2012.

Giunti alla conclusione di questa XIV edizione, come le è sembrata la risposta del pubblico napoletano alle tante e diverse iniziative proposte dal Festival?
E' stato un anno un po particolare perché abbiamo sempre realizzato il festival in una settimana solo nel Castel Sant'Elmo, e quest'anno abbiamo fatto un tentativo di aprirci alla città, spostandoci anche in tre sedi storiche. Abbiamo così scelto l'Accademia di Belle Arti con un teatro di 150 posti, l'istituto francese con 250 e il Palazzo delle arti con una piccola sala di 60, e in tutti e tre i luoghi siamo riusciti a fare quasi sempre il tutto esaurito, con alcuni casi di posti in piedi come per il documentario sugli Squallor che abbiamo dovuto replicare. E poi mi ha fatto piacere vedere come la gente ha reagito alla retrospettiva su Truffaut e Vecchiali, con picchi di 160 spettatori.

Da dove nasce l'esigenza di spostarsi in altri luoghi rispetto al castello?
Il castello è una struttura meravigliosa e affascinante, ma ha costi molto elevati. E' ormai la sede storica del festival, ma al tempo stesso dobbiamo cercare di capire strategicamente come muoverci in una situazione economica complessa. E' un momento in cui viene richiesto di investire rimanendo in attesa dei finanziamenti per molto tempo, e ciò diventa ancor più un problema perché i privati difficilmente scelgono di investire in cultura.

Anche quest'anno il NFF ha confermato un elemento meritorio che lo differenzia da molti altri, quello di voler dar grande spazio alla cinematografia campana per produzione, ambientazione o regia...
Siamo molto radicati nel territorio e credo di non poter essere contraddetto affermando che in Napoli e nei napoletani ci sono grandi creatività, che per tecnica e capacità artistica è difficile trovare nel resto d'Italia. Per tante marce in meno che ha in altro, la città da un punto di vista artistico ne ha una in più e secondo noi è giusto premiare tutto ciò. Per il resto siamo stati contenti di confermare anche il concorso internazionale, una vetrina per i paesi che affacciano sul Mediterraneo, e gli incontri con grandi ospiti stranieri, come Paul Vecchiali che quest'anno ci ha portato il suo ultimo film in anteprima.

In mezzo ai tanti lungometraggi di finzione, nel festival si trova una quantità massiccia di corti e documentari, forse il vero polmone verde del cinema italiano. Come mai avete scelte di darvi così tanto spazio?
Osservando il mercato, si nota come il cortometraggio abbia difficoltà a trovare spazi e anche il documentario non se la passi bene commercialmente. Ci sono delle operazioni meritorie, anche a livello regionale, che cercano di agevolare una certa diffusione dei prodotti, ma spesso la gente non accorre. Qui abbiamo un pubblico interessato che viene a vederli, forse anche perché a Napoli non ci sono molte alternative e tante manifestazioni che davano spazio al corto hanno chiuso per crisi dei finanziamenti.

Ma forse la vera grande idea partita quest'anno dal NFF è quella di dar vita ad un coordinamento dei festival della Campania, per cercare di fare rete in modo serio. Ci parla di questa nobile iniziativa?
Contraddicendo un po quella che è l'abitudine napoletana, quella del “quel che faccio io è perfetto, quel che fai tu è un sbagliato a priori”, sono sempre stato propugnatore di un'idea di legame. Del resto lavoriamo qui, siamo sulla stessa barca, i problemi ci sono e dunque è giusto cercare di darci una mano. So bene che ci sono dei festival in grande crisi, e ciò che propongo ai loro direttori è di dar vita a loro iniziative, con il marchio della loro manifestazione, in occasione del NFF. Abbiamo una struttura grande e la dobbiamo riempire di contenuti fisici e filmici, quindi non mi farei alcun problema a dare spazio ad iniziative di altri

03/10/2012, 17:45

Antonio Capellupo