DEATH ROW - La pena di morte secondo Herzog
A circa 40 giorni dall'inizio della trentesima edizione del Torino Film Festival, succoso antipasto con
Werner Herzog in sala a presentare la sua serie "Death Row", quattro puntate da 50' dedicati alla pena di morte.
I casi di
James Barnes, Hank Skinner, Linda Carty e della Texas Seven sono affrontati con rigore e distacco dal regista tedesco, che si dichiara a inizio di ogni puntata
"rispettosamente dissenziente" nei confronti di una pena cosģ lontana dalla sua cultura europea.
Interviste al condannato sulla sua condizione e sulle sue emozioni, ricostruzioni del caso insieme ad avvocati, giornalisti o comunque "testimoni" delle ricostruzioni dei fatti.
Non si cerca la veritą processuale in queste quasi quattro ore di approfondimento, ma solo di capire un po' di pił cosa significhi condannare qualcuno alla morte e, soprattutto, come ci si senta in quella condizione.
Girata per il canale televisivo Investigation Discovery,
la serie ha avuto un'anteprima alla Berlinale a febbraio. "Dopo aver lavorato a questo progetto - ha confessato Herzog ai presenti - sia io sia il mio montatore abbiamo entrambi ripreso a fumare!".
Sala piena e pubblico rimasto anche fuori dall'ampia sala del cinema Massimo, per un Herzog visibilmente contento della risposta della gente: "Sono felice di essere qui - ha esordito -
mi sembra che questo posto mi appartenga, mi sento a casa".
Forse un po' troppo "canonica" per appartenere alla produzione migliore del regista tedesco, "Death Row" č comunque
un'opera che lascia il segno grazie alla forza del tema e alla capacitą unica del suo autore di creare un legame con i suoi protagonisti, inquietanti o disperati che siano.
17/10/2012, 08:30
Carlo Griseri