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JACOPO OLMO ANTINORI - "Bernardo Bertolucci è unico"


Protagonista di "Io e Te", Jacopo Olmo Antinori, classe 1997, fa parte di una nuova generazione di attori che ben rappresentano il presente ed il futuro del cinema italiano. Jacopo ha raccontato a Cinemaitaliano.info le impressioni avute sul suo primo vero set e il suo lavoro con Bertolucci.


JACOPO OLMO ANTINORI -
Debutti al cinema con un mostro sacro della settima arte. Che tipo di approccio ha avuto sul set Bertolucci con te e gli altri membri del cast?
Direi che c'è stata una certa libertà. Bernardo esigeva delle cose, ma nel momento in cui le otteneva, improvvisazione o altri spunti personali erano ben accetto. Per il resto è stato un approccio di lavoro semplice e sincero, e il suo modo di porsi nei nostri riguardi era molto diretto e non lasciava spazio ad incomprensioni.

Prima di arrivare al primo ciak che tipo di lavoro avete svolto insieme?
Abbiamo fatto due o tre settimane di prove, ma molto dilatate. Il film si è costruito tutto durante le riprese, fatta eccezione per delle fasi di lettura e dei piccoli incontri per ambientarsi.

Non sei però estraneo al mondo dello spettacolo, perché prima di “Io e Te” avevi già recitato a teatro. Hai trovato particolari problemi ad adattarti sul set?
Era la mia prima presenza nel mondo del cinema, perché ero stato su dei set altre volte, ma avevo sempre fatto solo teatro. Chiaramente la differenza c'è ed è enorme, soprattutto quando ti senti al centro di un progetto e ti ritrovi a stare li per lavorare attivamente per tutto il tempo. Portavo con me un bagaglio costruito precedentemente, anche grazie al fatto che mia madre fa questo di mestiere e che nell'ambiente teatrale ci sono cresciuto, e devo dire che non ho trovato particolari problemi nel lavoro.

Cosa ti ha colpito particolarmente del Lorenzo raccontato da Ammaniti nel suo romanzo e come lo hai fatto tuo?
Ho letto il romanzo molto prima di sapere qualcosa riguardo al film, praticamente appena uscito. Mi ricordo che in quel periodo stavo vivendo una situazione per certi versi simile a quella di Lorenzo, mi ritrovavo in certe cose, anche se poi era tutto un altro discorso a livello personale. Quando mi sono trovato a portare il personaggio sul set, ho letto la sceneggiatura cercando di trarne il cuore e l'ho interpretato in modo molto istintivo. Poi ogni tipo di ragionamento in merito è arrivato dopo.

Se dovessi trovare un aggettivo per definire Bernardo Bertolucci, a cosa penseresti?
Una sola parola? Mi viene da dire solo “unico”, perché ha la capacità di riuscire ad essere tante cose insieme allo stesso tempo. Ce ne è uno al mondo, e abbiamo la fortuna di avercelo noi, quindi teniamocelo stretto!

28/10/2012, 10:00

Antonio Capellupo