Note di regia del film "Anunnaki"
Fin da piccolo sono sempre stato incuriosito dalla comparsa dell'uomo sulla Terra. Credo nell'evoluzione fino ad un certo punto. Ho sempre cercato di trovare una spiegazione a questo grande quesito ma il racconto così come ci veniva narrato a scuola era soltanto una “leggera” e innocua favola infantile. Un po' come quando si racconta che i bambini nascono sotto i cavoli. Altri tempi. Civiltà che nascevano dal nulla, scimmie che progredivano meglio dei “transfomers” e mestieri che fiorivano come margherite. La storia era già scritta e se qualcuno avesse voluto modificarla... non avrebbe avuto nemmeno il tempo di terminare la sua teoria. La vera conoscenza. Sarebbe troppa fatica per la nostra società che ho sempre definito “malata”. Malata di tradizioni, rituali e racconti che ci possono essere pervenuti dal passato solo con un telefono senza fili. Ebbene si, è proprio come il gioco che si faceva a scuola quando si era piccoli. Il telefono senza fili. Un bambino dice una frase al compagno di banco e di conseguenza l'altro lo ripete a quello che ha vicino. Il risultato finale è completamente diverso dalla frase iniziale. Questo è un tipico esempio di come abbiamo “riscritto” la storia dell'umanità. E i sumeri? Quanti di voi sanno chi sono i sumeri? A scuola duravano, se tutto andava bene... 3 pagine. Dopodichè si passava agli Egizi. Così, semplicemente voltando la pagina di un libro. Tutto ciò che andava contro la cronologia conosciuta, veniva tagliato fuori. Vera libertà. E con questo film ho voluto prendermela la libertà e giocarci sopra, basandomi sulle teorie degli Anunnaki in modo grottesco.
Lorenzo Andreaggi