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Il Csc ha presentato le ultime produzioni
editoriali al Festival del Film di Roma


Il Csc ha presentato le ultime produzioni editoriali al Festival del Film di Roma
La Divisione Editoria del Centro Sperimentale di Cinematografia ha presentato all'Auditorium - in occasione del Festival del Film di Roma - le sue ultime due produzioni editoriali.

Adriano Aprà e Marco Bertozzi hanno presentato il libro di Luca Caminati ROBERTO ROSSELLINI DOCUMENTARISTA.
Il libro studia la “cultura della realtà”, informa su tutta l’opera di Rossellini che manifesta in pieno le sue doti “scopiche”, frutto non solo di una questione di occhi, ma – congiuntamente - di etica e di estetica.
"Mio padre - dice Renzo Rossellini - diceva che il futuro doveva essere fatto di audiovisivi, le immagini servono per far conoscere la realtà alla gente, per farla crescere, per formare una coscienza consapevole. Tutto il cinema di storia, civile doveva essere portato a scuola per insegnare attraverso le immagini. Mentre odiava la parola educare perché non amava la sua derivazione latina educere e il suo significato etimologico, piuttosto preferiva dire "diffondere la conoscenza" e in questo fu un piccolo profeta, i suoi scritti sono straordinari, hanno guardato avanti anticipando il futuro”.

Dopo Rossellini è stato presentato il volume “POPFILMART visual culture, moda e design nel cinema italiano anni '60 e '70”, curato da Stefano Della Casa e Dario E. Viganò collaborazione di Pierpaolo De Sanctis e realizzato con la collaborazione di un giovane editore come Simone Casavecchia delle Edizioni Sabinae.
Il volume esplora l’ampio bacino di forme con cui la Pop Art ha contaminato l’industria cinematografica italiana a cavallo tra anni Sessanta e Settanta. Da quando la scuola di New York sbarca alla Biennale di Venezia del 1964, con il Gran Premio per la pittura assegnato a Robert Rauschenberg, il Pop si trasforma progressivamente da corrente d’avanguardia a nuova estetica di massa protagonista del tempo libero. Il cinema, naturalmente, non può non assorbire la “nuova figurazione”: spesso si limita a registrarla in modo trasparente, quasi inconsapevole, come smalto o patina di modernità da applicare nei film (quasi tutte le produzioni della Fair Film di Mario Cecchi Gori nella seconda metà degli anni '60, come Il profeta di Dino Risi o Adulterio all'italiana di Pasquale Festa Campanile).

15/11/2012, 08:55