TFF30 - L'AMORE E LA FOLLIA, Manlio e Silvestro
Storie parallele di
Manlio e Silvestro che ricordano il primo sciopero “duro” nelle miniere sarde del 1992 nel documentario “L’amore e la follia” di Giuseppe Casu, presentato nella sezione Italiana.Doc.
Regista e sceneggiatore Gianluca Stazi presenti in sala alla proiezione.
Manlio a quarant’anni lascia l’insegnamento per andare a lavorare in miniera, Silvestro invece lavora in miniera da quando aveva ventitre anni. Entrambi nutrono un amore per la loro terra e il lavoro nella miniera che sembra essere linfa vitale per loro esistenza.
E’ il macrocosmo per molte persone in Sardegna ed è anche
un lavoro che, per chi lo pratica da tanti anni, diventa qualcosa che si appiccica e non vuole più andar via. “Quando sei sotto da solo non senti niente, sembra che il cuore non ti batta e non sai più dove è il tuo stomaco, il tuo fegato…”, commenta Silvestro. Manlio si sofferma sul ritrovare invece una filosofia di vita: “La miniera non è come la mamma che ti coccola, ma come un papà che ti rimprovera e ti bastona se non fai le cose perbene…”.
Entrambi non ne potevano più fare a meno, neanche quando a causa dello sviluppo industriale ed economico la società gestore decide di mettere in cassa integrazione tutti con lo spettro a breve della perdita del lavoro. E il percorso di questi due uomini, diversi ma in perfetta armonia, si unisce
nel 1992 quando si barricano per mesi assieme agli altri operai nella cava di San Giovanni in Sardegna, minando l’ingresso con un carico di dinamite.
Un atto estremo ma consapevole per evitare la chiusura e l’abbandono del territorio. “Manlio e Silvestro impersonano la miniera in cui la crescita, la scoperta della potenza della natura e di quella dell’uomo prendono le sembianze del meraviglioso”, commenta il regista. Oggi le miniere sono chiuse e il territorio è desertificato, ma grazie a questa testimonianza Manlio e Silvestro hanno fatto sentire ancora la loro voce.
25/11/2012, 09:00
Luca Corbellini