TFF30 - L'ILE DES MORTS, la Corsica e le sue morti
“L’Île des morts” parte da un’esperienza personale per raccontare
un fenomeno che conosciamo solo come statistica, ma che merita un approfondimento soprattutto a livello culturale.
I numeri impongono
la Corsica (appunto l’isola dei morti) in cima alla classifica della percentuale di morti violente (suicidi, omicidi, incidenti stradali) e il regista vuole capire se vi sia, in particolare nell’atteggiamento verso la guida e lo sprezzo del pericolo, un pensiero comune tra gli abitanti dell’isola.
L’immagine che emerge dalle interviste e dall’osservazione di alcuni episodi di guida spericolata sembra evidenziare una visione fatalista della vita e in molti sottolineano quanto, per l’isola e i suoi abitanti, sia importante il culto dei morti che si ritengono sempre presenti nella vita di chi resta:
“è morto solo chi è dimenticato” e chi resta nei pensieri influisce ancora sulla vita comune. Nessuna paura della morte, quindi, che viene più venerata che temuta.
Le riprese con inquadrature fisse e il ritmo lento del montaggio sembrano voler
scavare un solco tra chi assiste dall’esterno dietro l’obiettivo di una telecamera e la velocità che viene osservata, stratagemma utilizzato, forse, dal regista per cercare di prendere le distanze, nel raccontarlo, da un fenomeno che ha vissuto sulla propria pelle (la nonna morta travolta da un’auto su una di quelle strade).
28/11/2012, 11:00
Sara Galignano