Note di produzione di "Vorrei vederti ballare"
Piazza Mazzini, a Roma, cinque anni fa. Avevo appena finito la prima stesura della sceneggiatura di "Vorrei vederti ballare" e la consegno nella mani di Nicola Deorsola, mio amico storico appassionato di cinema in attesa di debutto da regista. Mi ero detto, chi meglio di un amico sincero e disinteressato può dirmi onestamente se quelle pagine potrebbero diventare un film? Dopo qualche giorno Nicola mi dice che l'idea gli sembra molto interessante. Davvero? Gli ripeto un po' sorpreso. Sì, mi risponde lui. Si parte. La prima cosa, i fondi per realizzare il film. Già dall'inizio capiamo che non sarebbe stato facile: chi nemmeno legge la sceneggiatura, chi la legge e ci rimanda di volta in volta un incontro, insomma, si cominciano a delineare i contorni di un'impresa quasi impossibile.
Non ci arrendiamo e, dopo un anno, arriva la risposta di Rai Cinema intenzionata a pre acquistare i diritti della sceneggiatura. I soldi che ci danno, pur avendo fatto un piano di produzione a bassissimo budget, non bastano. Bisogna trovarne altri. I mesi passano e nulla. Tutti ne parlano bene ma nessuno vuole investire un euro. Poi una sera l'incontro con Jole Santelli, un deputato della Repubblica. Ci dice che da tempo sta cercando una storia da ambientare nella sua terra, la Calabria. Io le rispondo che la nostra storia sarebbe stata perfetta per quella regione. Nicola mi da del matto: "Non girerò mai il mio primo film in Calabria!". Riesco a convincerlo. In Calabria troviamo il supporto che ci mancava: l'ospitalità del Comune di Cosenza, il sostegno della Regione attraverso la Film Commission Calabria, il contributo della Provincia di Cosenza, della Fondazione Carical e dei Parchi Nazionali del Pollino e della Sila. Siamo stati davvero accolti a braccia aperte, tanto che ho lasciato un pezzo del mio cuore in quel territorio. Via allora con le riprese.
Cinque settimane che poi diventano sei. Il film è finito, è pronto. Ora bisogna distribuirlo. Già, distribuirlo. L'odissea vissuta nel cercare i fondi per realizzarlo era quasi un ricordo lontano e, credendo fortemente nel prodotto che avevamo confezionato pur con piccole risorse, mai avrei immaginato che sarebbe stato altrettanto difficile, se non anche di più, distribuirlo. Gran complimenti di qua, congratulazioni di là, ma alla fine tutti ci chiedevano soldi o garanzie. I diritti televisivi, che ho capito essere l'arma di scambio più usata, li avevo ceduti alla Rai, e soldi non ce n'erano più. Proiezioni continue. Avremo visto il film centinaia di volte, ma neanche l'ombra di un concreto distributore. Poi la musica, il "luogo" da cui provengo, mi ha fatto un regalo. Giovanni Marolla, che con la Warner Chappel ha prodotto la colonna sonora del film e che si è dimostrato fin da subito fervido sostenitore dello stesso, ne parla e lo fa vedere a Microcinema ed ecco che si compie l'ultimo miracolo: vogliono distribuirlo e non ci chiedono un euro.
In questi giorni che precedono l'uscita l'emozione è crescente. Sono stati cinque anni pieni di difficoltà ma se penso al giorno in cui mi è saltato in mente di mettermi a scrivere questa storia e di coinvolgere il mio amico Nicola, che peraltro ha svolto un lavoro da regista encomiabile, e al fatto che a breve questa storia sarà sul grande schermo, bene, tutte le difficoltà passate svaniscono in un istante. Insomma, caro mio "Vorrei vederti ballare", benvenuto al cinema!.
Giuseppe Fulcheri03/12/2012, 15:58