Note di regia del film "Happy Days Motel"
Un road movie con un intoppo, una commedia noir su cinque personaggi persi in un nulla geografico, temporale ed esistenziale: Happy Days Motel parla del perdersi e del ritrovarsi dentro se stessi, racconta le nevrosi e la sconclusionatezza di un gruppo di sconosciuti che con caparbietà hanno scelto di auto-escludersi dal mondo, e persino di auto-distruggersi. L’arrivo di Balti innesca un corto-circuito in questo microcosmo. Lui vuole vivere, vuole uscire dal limbo surreale in cui è finito ma da cui è anche sottilmente affascinato. E diventa il treno che gli altri personaggi devono prendere per essere raccontati e allo stesso tempo facendosi contaminare, trova la forza di salvarsi e di capire il mondo di cui fa parte.
Un universo spaesato, insieme pop e post-atomico, acido e amaro, ricreato tra i colori spenti di un motel fuori dal mondo e le improvvise accensioni fluorescenti di un futuro quasi possibile, dove non ci sono regole – o se ci sono, saltano in continuazione.
Francesca Staasch