Note di regia del film "Il Buma"
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Il Buma" si svolge in una comunità mista - italiana ed ebrea - nella cosmopolita Alessandria d'Egitto, un tempo cuore pulsante del Mediterraneo e nucleo di un obsoleto colonialismo.
Della comunità italiana in Egitto hanno scritto pagine illuminanti Ungaretti (che ad Alessandria era nato) e uno scrittore meno noto ma assai significativo: Enrico Pea. Si tratta però di voci ormai antiche, mentre la presenza italiana in Egitto - dagli operai che contribuirono a costruire il Canale di Suez agli anarchici che vi trovarono rifugio da persecuzioni politiche - è continuata fino agli anni '60, ai tempi in cui Nasser diede inizio alle nazionalizzazioni.
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Il Buma" vuole raccontare quella comunità, il suo modo di guardare all'Italia, paese di cui fondamentalmente non sapeva nulla, il suo modo di guardare agli arabi con occhio coloniale residuo, le sue miserie e lo spaesamento di chi, tornato in Italia, non si è mai saputo adattare a un paese pressocchè sconosciuto.
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Il Buma
E infine l'ultimo elemento, ma non meno importante degli altri, che ha costituito la base di "Il Buma": la convivenza - oggi impossibile - tra ebrei, arabi e italiani (ma anche greci, armeni, turchi…) ognuno con le proprie tradizioni, la propria religione, il proprio misurarsi con una "patria" che è lontana, sia fisicamente (come nel caso di ebrei e italiani) sia politicamente, come nel caso degli arabi dell'epoca post-coloniale.
Il film é caratterizzato da un continuo avanti e indietro nel tempo cui aspira quel particolare approccio alla Storia (e alle storie) che non è cronologico, ma frammentario, dissolto in una marea di piccoli e grandi segnali che non si susseguono in ordine temporale e seguono l’andamento apparentemente “caotico” della memoria.
Giovanni Massa