MONS - Morante madrina, apre "Ciliegine"
Nella serata inaugurale della 29ma edizione del
Festival International du Film d’Amour di Mons, venerdì 15 febbraio, immagini commoventi e significative de "La Stanza del figlio" di Nanni Moretti, Palme d’Or nel 2001, fanno da preludio all’arrivo in scena di
Laura Morante in veste di madrina del festival belga edizione 2013, ma principalmente in veste di regista del suo primo lungometraggio, "Ciliegine", cooproduzione italo-francese. In italiano, il titolo è un dolce vezzeggiativo, mentre in francese, "La cerise sur le Gâteau", è molto più carico di significati.
L’attrice romana, di origine grossetana, intervistata da
André Ceutérick, délégué général di questa manifestazione, unica nel suo genere, esprimendosi alla perfezione nella lingua di Molière fornisce al pubblico del Théâtre Royal di Mons, un profilo essenziale della sua carriera di grande interprete cinematografica, teatrale e televisiva.
Il suo primo film è stato "Oggetti smarriti" di Giuseppe Bertolucci nel 1980 e fino ad oggi ha interpretato un settantina di film. Per Nanni Moretti è stata la protagonista di "Sogni d’oro" e ha incarnato "Bianca", ma va soprattutto ricordata come l’intensa dolente madre de "La Stanza del figlio". Inoltre è stata attrice per Elie Chouraqui, Pierre Grenier Deferre, John Malkovich, Alain Resnais ed altri registi famosi. Al termine del riuscito “gala” inaugurale
Elio Di Rupo, primo ministro belga, fondatore e presidente del Festival, ha offerto alla neoregista in segno di stima e di amicizia Le coeur de cristal, che è emblema del Festival.
Alla cerimonia d’apertura ha fatto seguito
la proiezione di "La cérise sur le gâteau" che ha incantato gli spettatori che gli hanno decretato scroscianti applausi.
L’attrice italiana oltre ad essere la regista ne è anche
protagonista nella veste dell’affascinante, colta, complessata, incerta e “frastornata” Amanda, conosciuta dai suoi amici per aver la dote particolare di respingere ogni uomo e di distruggere con il suo comportamento antisociale e talvolta scostante ogni tipo di amicizia sentimentale.
Florence, la sua migliore amica, decide di guarirla. Con l’aiuto di suo marito, uno psicologo, che parla per aforismi, come un libro stampato, un altro complice e la partecipazione teorica Freud, ci riusciranno. La schizzinosa Amanda diventa femminilmente normale e finalmente cade nelle braccia del bello e cupo Antoine.
"Ciliegine" è un’opera promettente. Superlativa per l’interpretazione, tutta tic, sfumature caratteriali e isterismo delle due protagoniste: la bruna Amanda meglio conosciuta come l’”emmerdeuse” (Laura Morante), la bionda piperina e pettegola Florence (Isabelle Carré). Però è un po’ incerta e claudicante nella sceneggiatura. La regia oltre a non essere cartesiana appare a tratti illogica. Si fa fatica a seguire la trama frammentaria e a distinguere i diversi personaggi secondari e sapere qual è il loro ruolo. I “comprimari” hanno poco spessore ed alcuni appaiono come marionette. Però, bisogna anche sottolineare che i dialoghi sono pertinenti, sapidi ed esprimono grande sensibilità e riescono bene a tradurre l’animo femminile.
La musica di Nicola Piovani è deliziosa e la fotografia indovinata. Mi piace ricordare una delle battute, per me tra le più mordaci del film, quella detta al telefono da Bertrand, uno dei suoi spasimanti, ad Amanda dopo che questa ha rifiutato la casa che con grande dispendio di tempo e di energie avevano trovato insieme: “E allora cercati un cane”. Frase che è una diagnosi spietata del carattere antisociale della donna. Mi chiedo quale pubblico, quello italiano o quello francese, gradirà di più il film. Ai futuri spettatori la risposta. Io non azzardo pronostici.
17/02/2013, 09:00
Augusto Orsi