Quasi al termine di
"Io e te", lungometraggio intimista e intenso di sentimenti di Bernardo Bertolucci, l’introverso e un po’ nevrotico quattordicenne Lorenzo dice alla sorellastra Olivia: “Promettimi di non drogarti mai più”. La risposta di Olivia è affermativa ma senza entusiasmo. A sua volta l’esuberante Olivia dice “E tu promettimi di non nasconderti più. Sei grande e devi sapere affrontare la vita anche se riceverai dei colpi”.
Queste due promesse, che forse non saranno completamente mantenute, hanno un profondo significato nelle vicende dei due fratellastri protagonisti del film e ne sono in un certo senso la chiave di volta. Lorenzo e Olivia hanno imparato una grande lezione e sono pronti a continuare a vivere con nuovi obiettivi.
"Io e te" segna
il ritorno alla regia di Bernardo Bertolucci dopo 10 anni di lontananza forzata dal grande schermo dopo "The Dreamers" e il suo primo film in italiano dopo trent’anni. Alla Palma per l’insieme della sua opera avevano fatto seguito un Leone d’Oro alla Carriera e una retrospettiva integrale al FBI di Londra e al Moma di New York.
Il nuovo Bertolucci è
una pellicola riuscita che porta lo sguardo indagatore, ma amoroso del settantenne regista sulle vicende di Lorenzo e Olivia. Bertolucci osserva, indaga e comprende gli stati d’animo e le situazioni particolari della vita dei suoi giovani protagonisti. Quello che è ancora più importante che li sa trasporre allo schermo con realismo e poesia e farli apprezzare dal pubblico.
La storia è lineare: Il timido Lorenzo finge di partire per la settimana bianca della sua scuola e invece si rinchiude in cantina per vivere a suo agio, con il suo formicaio, la sua musica e le sue letture lontano dalla madre oppressiva e da un padre che nella film è solo un nome. La sorellastra Olivia, ormai bandita dall’appartamento per dissidi con la matrigna, piomba nel rifugio del fratellastro perturbandone la pace. Dal conflitto iniziale tra i due protagonisti - lei drogata e lui un tantino nevrotico - si passa gradualmente alla sopportazione e anche all’ammirazione per la giovane da parte di Lorenzo e alla stima per lui da parte di Olivia. Il rigetto prima e la simbiosi affettiva dopo la si scopre scena dopo scena, talvolta drammatiche, talvolta comiche, ma sempre umane e reali.
La bravura del regista è ancora più apprezzabile in quanto
tutto si svolge in un luogo chiuso: la cantina dell’appartamento dei Cunei, in una Roma più immaginata che vista. Gli scontri quasi unicamente verbali portano sulle loro differenti personalità e sul loro modo di vivere: riservato e dagli orizzonti limitati quello dell’adolescente, in rotta con la famiglia e con la società quello della giovane donna, una figura femminile di fugace e struggente bellezza. Tra le scene più significative dell’avvincente lungometraggio sono da ricordare: la visita di Lorenzo alla nonna degente in ospedale. Affetto e complicità tra l’adolescente e la vecchia signora sono gli ingredienti dell’incontro. La divertente telefonata di Olivia che si finge una professoressa di Lorenzo per rassicurarne la mamma, ansiosa e ossessiva.
Il film è l’adattazione del romanzo di Niccolò Ammaniti pubblicato da Giulio Einaudi.
18/02/2013, 18:50
Augusto Orsi