Libro/film - BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE
Raramente - almeno nel cinema italiano contemporaneo - capita di vedere al cinema
un film che sappia differenziarsi in così tanti aspetti dal romanzo da cui è tratto ma che al contempo riesca ad esserne
così vicino nel riproporre le stesse emozioni e lo stesso spirito. E' per fortuna il caso di "Bianca come il latte, rossa come il sangue" di Giacomo Campiotti, tratto dall'omonimo - e amatissimo dagli adolescenti - libro di Alessandro D'Avenia, qui anche sceneggiatore insieme a Fabio Bonifacci.
Sono davvero tante le - più o meno grandi - differenze tra i due racconti, ma fondamentali le convergenze: amori impossibili e amori non corrisposti, il difficile ma potenzialmente profondo rapporto con la scuola, la forza totalizzante dei sentimenti nell'adolescenza, la difficoltà - a qualunque età - di affrontare la malattia e la morte. Poco importa, a conti fatti, se già dal primo trailer sono visibili ed evidenti particolari diversi dalla pagina scritta, perché Leo, Beatrice, Silvia, il supplente Sognatore e gli altri personaggi tornano a vivere con le stesse emozioni e caratteristiche, anche se la boxe sostituisce un gelato, o una bici un motorino scassato, o una trasfusione di sangue si "trasforma" in una di midollo...
D'Avenia e Bonifacci
eliminano nella trasposizione gli eccessi di letterarietà del testo d'origine, smussandone alcuni tratti al limite della retorica e inserendo nuovi spunti che bene si amalgamano al resto, come i siparietti scolastici e le dinamiche a casa di Beatrice. L'esperimento è riuscito, e il film di Campiotti magicamente è un'altra cosa rispetto al libro pur rimanendo - profondamente - la stessa.
02/04/2013, 09:00
Carlo Griseri