LE ORIGINI DELL'ANIMAZIONE ITALIANA - 1911/1949
Si intitola "
Le origini dell'animazione italiana. La storia, gli autori e i film animati in Italia 1911-1949" il saggio di Raffaella Scrimitore edito da Tunué (
in promozione fino al 13 aprile): un titolo quantomai esplicito per
un libro che mancava, incredibilmente, nella ormai ampia bibliografia cinematografica italiana, vuoi perché l'animazione nel nostro paese continua ad avere un ruolo di secondo piano (quantomeno quella "interna"), vuoi perché
molte storie del cinema fanno risalire l'inizio di questa avventura ai due lungometraggi (quasi) contemporanei "I fratelli Dinamite" e "La rosa di Bagdad", usciti nel 1949.
Ma nei circa quarant'anni precedenti molto era stato fatto, e l'importanza di questo saggio - non solo, ma soprattutto - risiede nell'aver dato il giusto spazio e la doverosa considerazione a quei lavori.
Abbiamo intervistato l'autrice.
Come si potrebbe descrivere l'animazione italiana precedente al 1949? Quali le caratteristiche principali e "uniche" rispetto alle altre cinematografie?
L’animazione italiana prima del 1949 è una cinematografia caratterizzata da grandi artisti, che con tenacia realizzano film in totale autonomia, e da una forte instabilità produttiva.
Elementi principi della nostra animazione sono un’ispirazione di tradizione grafica e letteraria. La tecnica è infatti nella quasi totalità dei casi il disegno animato e molti animatori hanno contatti con il mondo della grafica, dell’illustrazione e del fumetto; le storie spesso si rifanno a fonti letterarie, come nel caso del primo tentativo per la realizzazione di un lungometraggio su Pinocchio, prima di quello di Disney, mai portato a termine nonostante l’attenzione della stampa dell’epoca e un’equipe fatta di grandi disegnatori.
Chi sono stati gli autori più importanti, e perché?
Nel mio studio prendo in analisi più di 30 animatori: artisti di grande rilievo che meritano di essere citati e approfonditi perchè ognuno si distingue per la sua storia e il suo lavoro.
Il primato produttivo è però sicuramente di Luigi Liberio Pensuti, un animatore che lavorò presso l’Istituto Nazionale Luce e poi alla Incom, realizzando numerosi inserti e cortometraggi di propaganda e satira negli anni Quaranta.
Un apporto di notevole rilievo è anche quello di Antonio Rubino, noto soprattutto per la sua attività al Corriere dei Piccoli, che si distingue per il tratto e l’originalità creativa, nonostante ci sia pervenuto un suo unico film.
Infine Nino e Toni Pagot, che tagliano il traguardo del lungometraggio nel 1949 per poi rimanere a lungo protagonisti dell’animazione italiana negli anni a venire, grazie al mitico Carosello.
Come mai finora questo periodo storico del nostro cinema non era stato analizzato?
La mancanza di stabilità e continuità nella produzione del periodo e la perdita o mancata conservazione della maggior parte dei film hanno sicuramente ostacolato uno studio organico del periodo. Inoltre il cinema d’animazione in Italia è da sempre un settore trascurato e poco analizzato, nonostante di recente questa cinematografia abbia attirato maggiormente l’interesse di pubblico e critica.
Quali le maggiori difficoltà nel suo lavoro di ricerca?
Le difficoltà maggiori sono state rimettere insieme i pezzi di una storia dimenticata e reperire il materiale filmico. Sono infatti pochissimi i film conservati e ancora disponibili per la visione, inoltre l’accesso alle cineteche purtroppo non è sempre semplice.
Volevo però attenermi a fonti primarie e per questo ho svolto un lunghissimo lavoro di ricerca di informazioni sulle riviste del periodo e ho cercato testimonianze il più possibile dirette. Ho cercato gli eredi dei cineasti e in un caso in particolare ho avuto la fortuna di poter parlare con l’animatore stesso: Giulio Chierchini, noto soprattutto per il suo lavoro di disegnatore per fumetti Disney, mi ha raccontato del suo tentativo di realizzare un film nel 1947 e mi ha inviato immagini inedite del suo lavoro.
Cosa è possibile vedere oggi per l'appassionato del cinema d'animazione di quegli anni?
I due lungometraggi "I fratelli Dinamite" e "La rosa di Bagdad" fortunatamente in anni recenti sono stati restaurati e distribuiti in dvd. Alcuni film di Luigi Liberio Pensuti sono disponibili nell’archivio storico online del Luce, mentre il resto della produzione purtroppo non è mai stata preservata né restaurata e per questo non è più fruibile dal grande pubblico.
Proseguirà la ricerca anche dopo il 1949? Prossimi progetti?
Vorrei portare avanti la mia ricerca fino al fatidico anno di Carosello, quando per l’animazione italiana inizia un momento storico completamente diverso e di successo. Confesso che il mio sogno irrealizzabile è poter scrivere una storia completa del cinema d’animazione italiano.
Inoltre mi piacerebbe se emergesse qualche altro autore del periodo che ho analizzato nel libro o che un film che ritenevo perduto si ritrovasse in qualche polverosa soffitta, per poter aggiungere altri tasselli a una storia troppo a lungo trascurata e dimenticata.
09/04/2013, 16:33
Carlo Griseri