FEDERICO BRUGIA - "Il mio film ricorda quelli della Nouvelle Vague"
Federico Brugia è un affermato regista di spot pubblicitari e videoclip, noto ed apprezzato in tutto il mondo con alle spalle una carriera ventennale e molti premi internazionali. Ha esordito nel cinema d’autore con “
Tutti i Rumori del mare” che sarà in concorso al BAFF il 18 aprile e al Film Studio 90 di Varese il 23. Il contatto per l’intervista è stato preso su Facebook, uno strumento che il regista utilizza molto, anche per il suo lavoro. "
Grazie a Facebook ho trovato il protagonista del mio film" – ci rivela – "
avevo scambiato l’amicizia con Sebastiano Filocamo, ogni tanto ci scrivevamo di messaggi. Ci siamo incontrati al Coin, a prima vista mi era sembrato minuto, lo avevo ripreso con il telefonino senza farmi notare, riguardandolo mi sono accorto che era un’altra persona, perfetto. Facebook è una perdita di tempo ma spesso diventa un meccanismo utile".
Com’è nato "Tutti i Rumori del Mare"?
Qualche anno fa insieme ad un’amica avevo scritto un racconto, la storia di un uomo che ha scelto di vivere senza identità e lavora per un’associazione criminale che porta in Italia donne da avviare alla prostituzione d’alto bordo. L’incontro con Nara, una di queste donne, fragile e delicata gli fa rivedere le sue scelte. Vado molto orgoglioso dei miei spot, ma ho voluto cimentarmi nel cinema indipendente. Ci pensavo da alcuni anni, ho provato a cercare finanziamenti ma poi ho deciso di produrlo da solo.
Quanto è costato?
150.000 euro per quasi tre settimane di lavorazione la maggior parte delle quali in Ungheria, non solo per contenere i costi ma per questioni legate alla storia.
Com’è andata?
Bene, a settembre uscirà l’home video. Ho una mia teoria perché il cinema d’autore possa superare la crisi: bisogna teatralizzarlo, portarlo in giro. Per esempio a Genova il primo giorno c’erano trenta persone suddivise in tre spettacoli, il secondo giorno quaranta. Il terzo giorno sono andato in sala e sono arrivate centottanta persone forse richiamate dalla possibilità di poter discutere del film con il regista. Successivamente a Genova il film è andato bene. Il cinema indipendente bisogna accompagnarlo come un bambino, si promuove con il passaparola, non ci sono soldi per trailer e manifesti. Ho avuto molta più soddisfazione portando il cinema nelle sale dei cineforum, in rassegne e festival che dalla tenitura che il film ha avuto.
Il film andrà in concorso al BAFF, cosa si aspetta?
Ero andato ad Annecy senza nessuna aspettativa e ho vinto il premio della critica. E’ già bello essere selezionati ed esserci, ogni giuria ha un proprio metodo di giudizio. Sono felice così.
Ci sarà anche sua moglie Malika Ayane che interpreta un cameo?
Purtroppo no, sarà in tournée con il suo disco. Mi aveva accompagnato ad Annecy, a Bari e a Roma. E’ il personaggio di un immaginario film noir degli anni Quaranta che viene trasmesso in televisione, guardandola la protagonista del film impara a sparare. Canta anche “Grovigli”, la canzone finale.
Com’è il vostro rapporto quando girate?
Ci siamo conosciuti sul set, sono il regista di tutti i suoi video. Cerchiamo di tenere una disciplina estremamente precisa. Se fa l’attrice si attiene a quello che dico mentre da cantante è anche la committente. A volte mi dice “
Non arriviamo insieme sul set, è più romantico se ci incontriamo lì!”
Nel film c’è anche Rocco Siffredi, come mai?
Avevo conosciuto Rocco sul set di un film pubblicitario. Giravo a Budapest, dato che lui vive lì e c’era una scena di orgia ho pensato di coinvolgerlo. Nudo.
Cosa c’è di speciale nel suo film?
La qualità del film è il parlare con le immagini, prima che una storia racconta delle atmosfere. Il cinema è nato muto, cercando di smarcarsi dalla letteratura e dal teatro con un linguaggio proprio. Il mio film ha il pregio di essere molto cinematografico. Ricorda i film della Nouvelle Vague, pieni di voglia di fare cinema e di buone intenzioni. E’ diverso dal panorama tipico, è un film internazionale che racconta una storia universale.
17/04/2013, 16:49
Ambretta Sampietro