EBREI A ROMA - Viaggio all'interno di una comunità
Si parte dietro a
una guida turistica, che accompagna (simbolicamente) un gruppo di "stranieri" all'interno dell'antico ghetto della capitale:
Gianfranco Pannone con il suo "Ebrei a Roma" si muove all'interno della comunità ebraica, presentandone alcuni membri e raccontandone la storia e la realtà odierna.
Inevitabile raccontare quindi le vicende del
ghetto, in cui gli ebrei vennero rinchiusi nel 1555 per volere del Papa Paolo IV (e in cui rimasero fino a metà '800), ma anche approfondire il mondo
kasher (che letteralmente significa "adeguato" ed è il rigido controllo su ogni cibo e bevanda) e cercare le radici dei tanti nomi comuni tra gli ebrei romani (in particolare i
Terracina, il cui nome viene dal paese vicino Roma in cui molte famiglie vivevano prima - e vivono di nuovo ora - del ghetto).
La Comunità Ebraica di Roma è la più antica del mondo occidentale: a raccontarla Pannone chiama alcuni membri simbolici, come David, che è stato il braccio destro dell’ex Rabbino Capo Elio Toaff e, ricorda le visita dei Papi alla Sinagoga; Giovanni, che ha investito sull’enogastronomia ebraica; e Micaela, la guida turistica.
In loro e in tutti quelli che passano davanti alla camera di Pannone traspare evidente l'orgoglio per la loro cultura e la loro tradizione. "
Gli ebrei romani si sentono romani, sono gli unici al mondo a sentire questa appartenenza alla città in cui vivono", spiega uno degli intervistati.
"Ebrei a Roma" è un interessante viaggio alla scoperta di una comunità antica di cui però in molti sanno, ancora oggi, troppo poco.
05/05/2013, 09:58
Carlo Griseri