CANNES 66 - Tra film classici e proposte dalla Svizzera


CANNES 66 - Tra film classici e proposte dalla Svizzera
Cannes Classics offre a giornalisti, addetti ai lavori e ai frequentatori di “Cannes cinéphiles” - il Festival, di regola, non è aperto al pubblico generico - l’occasione di rivedere dei capolavori della settima arte in versione restaurata, salvati dall’usura delle vecchie pellicole grazie alla digitalizzazione. I film in programma verranno proiettati in presenza di chi li ha restaurati, e se sono ancora vivi in presenza dei registi e degli interpreti.

Quest’anno il prestigioso cartellone prevede 20 lungometraggi e 3 documentari. Tra i film che si svelano "Cleopatra" (1963, 4h03) di Joseph L. Mankiewicz, "Les parapluies de Cherbourg" di Jacques Demy (Palma d’oro nel 1964), "Hiroshima mon amour" di Alain Resnais. E poi gemme dimenticate come "L’ultima corvée" di Ashby e "La regina Margot" di Chéreau.
C’è anche tanta Italia, grazie a "Il deserto dei Tartari" di Zurlini, "Lucky Luciano" di Rosi, "La grande abbuffata" di Ferreri (grande scandalo a Cannes ‘73) e, soprattutto, la riconversione in 3D di "L’Ultimo Imperatore" di Bernardo Bertolucci.
Grande evento sarà sicuramente la proiezione di "Vertigo (La donna che visse due volte)" alla presenza di Kim Novak, che sarà anche alla cerimonia di chiusura del festival ed assegnerà un premio.

La Svizzera, assente nelle Selezione Ufficiale (Concorso e Un Certain Regard) è però presente nelle sezioni collaterali: Basil da Cunha è invitato sulla Croisette per la terza volta. Dopo aver presentato lo scorso anno alla Quinzaine des Réalisateurs il cortometraggio "Os vivos tambem choram (Anche i vivi piangono)" e l’anno prima l’opera "Nuvem (Il pesce luna)", quest’anno presenta il suo primo lungometraggio di finzione "Até ver a luz (Dopo la notte)".
Il ventottenne regista svizzero-portoghese ha frequentato la HEAD (Scuola Superiore d’arte e design) di Ginevra. In poco tempo si è già fatto un nome nell’ambiente cinematografico svizzero per la sua creatività e produttività. Nel 2012 il suo film "Os vivos tambem choram (anche i vivi piangono)" ottenne una menzione speciale della giuria.

Inoltre, il documentario "Lo scalo" del regista svizzero- iraniano Kaveh Bakhtiari, prodotto dalla Louise Production di Losanna, sarà presentato in prima mondiale. Il film racconta la storia di un gruppo di persone in fuga dall’Iran alla ricerca di una vita migliore, ma soprattutto della libertà.
Da segnalare anche il cortometraggio di Marie-Elsa Sgualdo sul cineasta spagnolo José- Luis Guerin e la presenza della produttrice Jöelle Bertossa nella manifestazione “Producer on the Move” La quarantenne produttrice svizzera ha lavorato per la Akka film dal 2003 al 2012, producendo tra l’altro il lungometraggio "Opération Libertad", presentato a Cannes nel 2012 e nello stesso anno ha fondato la Società Close Film di Ginevra.

07/05/2013, 13:48

Augusto Orsi