BFF 31 - I film del Panorama Internazionale
Sono tre i film internazionali che sono presentati alla trentunesima edizione del Bellaria Film Festival. La sezione è reazlizzata in collaborazione con il Biografilm Festival di Bologna. Vediamoli nel dettaglio:
The Queen of Versailles di Lauren Greenfield (USA, 2012, 100')
Un uomo brizzolato, una bionda prosperosa e un arredamento pacchiano: tutti elementi familiari nell’infi nita serie dei reality sulla vita dei milionari. La storia della famiglia Siegel mostra però qualcosa di assolutamente nuovo. Il fi lm inizia nel 2007, quando David e Jackie Siegel cominciano a lavorare alla loro nuova casa: una villa nello stile di Versailles, con tanto di sushi bar, sala da bowling e antichità alla Luigi XIV, che per la mostruosa cifra di cento milioni di dollari si candida a diventare la più grande residenza degli Stati Uniti. Ma la realtà invade la loro favola. La compagnia di Siegel cade vittima della crisi economica, centinaia di dipendenti sono licenziati. La famiglia è costretta a fare economia. Tutto a Versailles sta per cambiare.
TPB AFK - The Pirate Bay Away From Keyboard di Simon Klose (Svezia, Danimarca Norvegia, UK, Paesi Bassi, Germania, 2013, 85')
Internet è reale, ma è anche la sede della più grande e pericolosa delle utopie: la libertà e la gratuità assolute. Almeno secondo Gottfrid, Peter e Fredrik, i giovani svedesi fondatori di The Pirate Bay, tra i maggiori siti di condivisione di fi le, un vero e proprio quartier generale di cyber-pirateria. Denunciati nel 2008 dagli studi di Hollywood per violazione di copyright, hanno dovuto scoprire che anche il mondo off -line, lontano dalla tastiera (away from keyboard), è reale. Il fi lm è un teso racconto del processo che vede lo scontro diretto tra gli interessi economici delle major americane e l’ideologia anarchica dei pirati. Una moderna cyber-epica del “mare magnum” del web con le sue prede e le scorrerie, i suoi determinati nemici e i suoi incerti eroi.
Ai Weiwei: Never Sorry di Alison Klayman (USA, 2012, 91')
Il più famoso artista contemporaneo cinese. Diretto, sfrontato, rivoluzionario. La verità di un dissidente dell’era digitale raccontato da vicino, un uomo che, con coraggio, ha abbattuto i confini tra arte e politica. Il governo cinese l’ha messo a tacere in tutti i modi: picchiandolo, oscurando il suo blog, rinchiudendolo in una detenzione segreta e demolendo il suo studio. Ai Weiwei non ha mai smesso di lottare. Senza chiedere scusa.
30/05/2013, 11:16
Simone Pinchiorri