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BFF STORY - Roberta Torre


Cinemaitaliano.info ripercorre la storia della manifestazione dando voce ad una serie di personaggi che hanno lasciato il segno.


BFF STORY - Roberta Torre
Roberta Torre, regista milanese trapiantata a Palermo, ha esordito a Bellaria con i suoi primi cortometraggi ed è stata premiata poi a inizio anni 2000 con “Angela”.

Come è iniziata la sua esperienza al BFF?
Sono stata a Bellaria nel 1993/1994 con “Il teatro è una bestia nera”. Andai anche prima al festival, come spettatrice, almeno un paio di volte: per me ha rappresentato in molti modi un “esordio”.
E' stato l'inizio di tutto, ricordo che mandai a Bellaria anche il mio primissimo lavoro, “Tempo da buttare”, un documentario sui rifiuti che avevo fatto appena finita la scuola di cinema a Milano.
Ho ricordi bellissimi di quella esperienza, era una vera vetrina su ciò che il cinema italiano proponeva: essere proiettati in un cinema, poi, per noi giovani era davvero una cosa incredibile!
Sono arrivata da Milano grazie a preziosi consigli che mi sono stati dati alla Scuola di cinema, ai tempi era una città molto viva (Scuola Grassi, Filmmaker,...), e di altro in giro non c'era molto per farsi conoscere: era appena nato il festival Cinema Giovani a Torino, e poi basta.

E' tornata al festival anche dopo il successo.
Sono tornata l'ultima volta nel 2002, con “Angela”, che ha vinto anche un premio ma io non ero presente a Bellaria, c'era solo il mio film.
Al BFF ho fatto anche conoscenze importanti che mi sono portata dietro fino ad oggi, sia tra i colleghi sia tra i critici. Qualche nome? Enrico Ghezzi, o anche Roberto Silvestri, con cui sono diventata amica.
Lo spirito del Bellaria di quegli anni curiosamente l'ho rivissuto solo un'altra volta, in tutt'altro contesto: ero al Sundance con “I baci mai dati” e vi ho rivisto lo stesso entusiasmo, la stessa freschezza di quei tempi.

02/06/2013, 09:00

Carlo Griseri