IN UTERO SREBRENICA - Sentirsi madri nonostante tutto
Nel suo libro "
Lettera a un bambino mai nato", la scrittrice fiorentina Oriana Fallaci descrive con poche ma giuste parole l'essenza del ruolo materno: "
Essere mamma non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto tra tanti diritti".
Ma si sa, la storia è ricca di eventi drammatici, di attimi in cui i diritti umani vengono rasi al suolo in un solo istante. In questo senso una delle pagine peggiori venne scritta nel 1995 nei pressi di una cittadina bosniaca, un evento che i libri di storia ricordano come "il massacro di Srebrenica".
Proprio in quei luoghi il regista
Giuseppe Carrieri ha portato la sua macchina da presa, realizzando il documentario "
In Utero Srebrenica", uno spaventoso viaggio nei profondi meandri della memoria di quelle madri che, a distanza di quasi vent'anni, sono ancora alla ricerca delle ossa dei propri figli martoriati.
Carrieri opta per un bianco e nero dalla grande potenza fotografica, facendo risaltare i volti delle anziane donne segnati dagli anni e dal dolore, e muovendosi tra i cespugli di un bosco in cui persero la vita oltre ottomila persone, sotto al quale risiedono ancora oggi scheletri difficilmente identificabili.
Raccontando una storia purtroppo dimenticata, di maternità negate solo perchè i figli ebbero la "colpa" di essere mussulmani, lo struggente documentario ha la capacità di emozionare sinceramente, mettendo lo spettatore davanti alla cruda realtà dei fatti. Cinema della memoria, quanto mai necessario.
01/06/2013, 13:30
Antonio Capellupo