Gli anni sessanta e settanta in Italia sono definiti "anni di piombo". Lo scontro sociale fu al centro delle manifestazioni popolari, tramutandosi in alcuni casi in terrorismo. Sono gli anni delle BR e delle stragi di stato, quando "rossi" e "neri" si fronteggiavano in scontri armati. Una delle date emblematiche dell'inizio della "lotta armata" è stato sicuramente il 17 giugno del 1974 quando nella sede del MSI di via Zabarella a Padova furono uccisi i "fascisti" Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci dalle Brigate Rosse, che dalle sole azioni dimostrative passarono agli omicidi politici. A distanza di anni
Silvia Giralducci, rimasta orfana a tre anni in quel fatidico 17 giugno, si interroga su quegli eventi, cercando di comprenderli per rielaborare il lutto. Così nasce il documentario "
Sfiorando il Muro" di
Luca Ricciardi e
Silvia Giralducci, un viaggio nella memoria e nel ricordo di quegli anni dove lo scontro sociale diventò terrorismo.
Il percorso della memoria parte da Padova, dalle parole di Silvia, da una targa posta nel luogo del delitto di 35 anni fa a cui fanno seguito le interviste al professore universitario Guido Petter, che si prese gli schiaffi degli studenti come invocava Toni Negri; a Raul Franceschi: ad Antonio Romito; a Pietro Calogero ed infine alla missina Stefania Paternò. Ad inframezzare i racconti, i materiali d'archivio dell'epoca tratti dall'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, dalle Teche Rai, dall'Archivio Privato di Spartaco Vitiello, dall'Archivio Privato della Famiglia Giralucci, dall'Archivio di Matteo Scialpi, dall'Archivio di Giampiero Bertazzi, dall'Archivio di Luca Proto e dal Centro Studi Ettore Luccini.
Comprendere per capire, questo è il messaggio lanciato da "
Sfiorando il Muro", non solo la morte di un padre, ma anche una città, un paese, un periodo storico dove gli ideali politici valevano più dei morti, senza nessun senso di pietà e di onore ai vinti ed ai vincitori, se così si possono definire...
31/05/2013, 20:00
Simone Pinchiorri