Note di regia di "Doors"
Il film è un esercizio di stile e di suspense. Volevo mettere alla prova la mia abilità di regista, confinando la protagonista in uno spazio così angusto, cercando soluzione visive inusuali filmandola da tutte le possibili angolazioni.
Non sono interessato ad invasioni aliene di massa o a sciocchi robot che se le danno di santa ragione in mezzo alla strada. Piuttosto ammiro la lezione di Richard Matheson e della serie di Rod Serling Twilight Zone.
Per me l'orrore è tanto più tale, se scaturisce dalla normalità, dal quotidiano, da eventi accidentali che sfociano nel surreale e conducono in ultimo al terrore.
Trovo che questo sia anche il modo migliore per criticare la nostra vita quotidiana ed il modello consumistico che seguiamo ogni giorno. Le porte rappresentano la mancanza di comunicazione che ci attanaglia, in un'era dove prorpio la comunicazione è ingantita dalla possibilità di uso delle nuove tecnologie.
Però siamo sempre "delle monadi chiuse dentro se stesse". Egoisti, disinteressati, superficiali. Il tutto usando stilemi e linguaggi propri del cinema di genere e senza dimenticare l'intrattenimento dello spettatore che rimane per me fondamentale.
Michele De Angelis