I vincitori di EtnoFilm Fest 2013
sez. AMERINDIA
Vincitore:
Dona Zefa da Guia e il Dono Divino di Marta Zaccaron
Il film ricollega il parto al rito di passaggio, officiato dalla figura sacerdotale di una donna potente e commovente che si dedica con vocazione alla nascita dei bambini e al supporto delle madri.
Dal punto di vista etnografico l’opera è rilevante quale prelievo di realtà antropologica: documenta efficacemente la vita quotidiana della protagonista-levatrice con l’impiego sapiente della camera a mano e un asciutto allineamento di lunghe sequenze in tempo reale.
L’occhio cinematografico riesce a cogliere in profondo l’intero messaggio del corpo di questa ostetrica popolare nella sua dimensione relazionale tattile, vocale, cinesica e prossemica.
La sequenza del rito finale riecheggia involontariamente le punte più alte del documentario etnografico demartiniano.
Menzione:
Francilene, Storia di una Quebradeira di Stefania Donaera
Il documentario ha il grande valore di descrivere con semplicità e limpidezza il quotidiano di una “spacciatrice” di cocchi nel nord-est del Brasile.
La regia che accompagna e scandisce da distanza ravvicinata una tipica giornata di lavoro è minimale, ma il messaggio è chiaro: una riscrittura delle priorità dall’ottica della protagonista, uno scorcio di pienezza di vita, realizzazione personale e soddisfazione in un contesto di povertà estrema.
L’opera è caratterizzata da una grande attenzione allo spazio, alle interazioni tra personaggi, dalla capacità di allestire un “set etnografico” in cui si svolgono i semplici gesti dei protagonisti: il frame che incornicia il movimento senza mai opprimerlo.
sez. ETNOFILM
Vincitore:
Il Limite di Rossella Schillaci
Il film trasmette l'inquietante condizione di immobilità nella vita quotidiana di un lavoratore del mare tunisino imbarcato in un peschereccio italiano.
Questa rappresentazione dell'impossibilità di migliorare la propria condizione di vita è un'indagine cinematografica asciutta, oggettiva, al limite della freddezza, che comunica a tutto tondo il senso di profondo disagio di questo spaccato di Mazara del Vallo.
Scelte registiche e inquadrature enfatizzano questo senso di stasi e accompagnano lo spettatore alla conclusione che il futuro non sia che questo presente opprimente, senza nessuna prospettiva di mutamento.
Menzione:
Loro Dentro di Cristina Oddone
Il documentario ha il grande merito di essere riuscito a penetrare nell’intimità quotidiana di una situazione conosciuta spesso solo attraverso stereotipi, indagando speranze e desideri di un gruppo di ragazzi del Carcere di Marassi. Lettura partecipata e interattiva, capace di mostrare la struttura carceraria non come punto di arrivo, di immobilità, ma come un trampolino per le ambizioni e i sogni dei giovani detenuti.
L’aspetto tecnico ricalca la natura colloquiale delle interazioni tra filmaker e detenuti, che accompagna con un buon ritmo tutta la narrazione.
26/06/2013, 07:49