THE SILENT CHAOS - La difficile vita di una comunità in Congo
Il tema della malattia si intreccia con le condizioni di un meraviglioso paese, dilaniato tragicamente da una guerra senza fine, di quelle che ormai non fanno più notizia, e si svolgono nell'indifferenza del resto del pianeta, e talvolta con la complicità delle potenze mondiali.
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The silent chaos" di Antonio Spanò, si presenta come un reportage, realizzato nella Repubblica Democratica del Congo, che analizza le condizioni di vita di alcuni abitanti di Nord Kivu, affetti da sordità fin dalla nascita.
Un tema tragico dunque, in cui i racconti drammatici degli sconvolgenti episodi di guerra si accompagnano alle testimonianze di donne, uomini e ragazzi alle prese con il loro handicap e con una società che li tiene ai margini. Il "chaos silenzioso" del titolo è in sostanza un atto d'accusa duplice, da una parte verso i molti responsabili di questo massacro interminabile, dall'altra verso i pregiudizi e le storture di una società che "non ascolta", letteralmente, questi suoi figli.
Il doc documenta un posto dove nessuno trova ragioni per ridere, dove tutti rispondono alle interviste seriamente, disillusi, stanchi, dove della celebrata allegria africana non rimane niente e, persino nella scena girata in discoteca, non si ride.
Da un punto di vista stilistico, il film di Spanò ripone larga fiducia nelle splendide immagini in formato superpanoramico delle brulicanti strade congolesi e delle foreste dai mille toni diversi di verdi e nella potente espressività dei volti, dei gesti, degli sguardi, degli intervistati.
Un eccesso di note cupe, causato dalla colonna sonora ridondante e insistita, toglie al film più di quello che riesce a dare, e forse un parco utilizzo delle sonorità avrebbe favorito l'opera. E molto.
20/09/2013, 09:00
Duccio Ricciardelli