LOCARNO 66 - EXHIBITION, lei e lui, D e H
Tre sono i protagonisti di
Exhibition della britannica Joanna Hogg al suo terzo lungometraggio: una casa e una coppia di artisti di mezza età.
La casa, tutta in verticale situata in una stradina “posh” del West London è moderna, spaziosa, ovattata con grandi vetrate e porte scorrevoli che creano spazi chiusi, atti ad isolare i suoi abitanti dal mondo esterno. L’architettura e il design sono esclusivi ed eleganti. Il clima di intimità è da segregazione.
Lei e Lui, D e H nella fiction, si vedono poco, e comunicano ancora di meno lavorando su due piani completamente separati. Il telefono interno serve a metterli in contatto e allo scambio di brevi ed essenziali conversazioni. I fatti della vita quotidiana, interna ed esterna sono pochi e ripetitivi. La noia almeno per lei, è una componente del suo essere, Lui, H , invece sembra cavarsela meglio nel suo isolamento con i suoi lavori che dovrebbero essere di architettura! Gli incontri fisici giornalieri sono unicamente per far sesso, ma senza entusiasmo, o per discutere stancamente della prossima body performance di lei. Le uscite, rare e notturne conducono i due personaggi in un mondo che una volta apparteneva loro.
Ansia, paura e dissidi presenti fuori della casa, a poco a poco si installano anche all’interno con suoni, rumori e scricchioli strani. Lei (Viv Albertine) sempre più annoiata e ansiosa, per una sorta di sconforto e inizio di depressione si dedica all’autoerotismo piuttosto che al rapporto sessuale di coppia. In questo lento logoramento della vita sentimentale la casa diventa sempre più la protagonista e occupa sempre più spazio nell’esistenza dei due amanti delusi. Venderla diventa un imperativo e potrebbe essere anche l’inizio di una nuova esistenza. Separarsene però è lacerante dopo averla abitata per circa 20 anni.
Joanna Hogg, con ritmi lenti e da riflessione, che non sempre riescono a catturare l’attenzione dello spettatore, utilizzando tinte smorzate, toni soffusi, filma in modo pregnante le vicende esistenziali della coppia e il loro rapporto con la loro abitazione. Il lungometraggio particolare per il soggetto e unico per la sua realizzazione è un prodotto di cinematografia che punta alle immagini, da spazio alla parola, ma non allo spettacolo e tantomeno al divertimento.
10/08/2013, 18:33
Augusto Orsi