VENEZIA 70 - Anna Magnani, il racconto di un mito
Marco Spagnoli racconta il periodo americano della grande attrice attraverso le parole del figlio
Luca, del press agent
Enrico Lucherini, della sua biografa
Matilde Hockhofler e di
Caterina D’Amico, figlia di Suso, sua grande amica di scorribande “dal tirar tardi nei locali fino a dar da mangiare ai gatti in giro per Roma”.
La voce narrante della nipote
Olivia Magnani fa da sottofondo malinconico e struggente al materiale degli archivi Rai e dell’Istituto Luce. Così "
Donne nel mito: Anna Magnani a Hollywood", presentato nella sezione Venezia Classici, celebrando la storia di una donna e di una diva che ha anticipato i tempi come grande protagonista della cultura, del teatro e del cinema, diventa il ritratto sentito e inedito di un’ artista capace di ammaliare Hollywood per autenticità, vigore e calore. Testimone il rapporto con il suo grande amico Tennessee Williams che, appositamente per lei, scrisse alcune delle sue pièces teatrali facendole vincere un inaspettato Oscar come migliore interprete per "
La Rosa Tatuata".
Fragilità e raffinatezza diventano così il leit motiv delle testimonianze e degli aneddoti scelti dal regista per la nostra “Annarella” tanto che il sonoro “Boh” come risposta alla domanda di un giornalista italiano “Chi è Anna Magnani?” e poi “Non è facile conoscere se stessi”, diventa un finale necessario e autobiografico per il regista come a voler dire che quando si ha a che fare con il mito si rischia di essere dei replicanti.
di Mariella Di Lauro05/09/2013, 10:51