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MIRAGE A L'ITALIENNE, sognando l'Alaska


MIRAGE A L'ITALIENNE, sognando l'Alaska
Così come fece la sua regista negli anni '80, anche i protagonisti di "Mirage a l'italienne" cercano lontano dall'Italia un futuro migliore. Stanche della loro vita a casa (in questo caso, Torino), soggiogate dalla crisi (economica e/o personale), alcune persone si appigliano a una proposta di lavoro esotica (l'Alaska!) per cercare un nuovo futuro. Come sempre, o come spesso accade, è solo una piccola spinta verso il cambiamento quello di cui necessitiamo per dare nuova linfa alle nostre vite...

Alessandra Celesia, italiana a Parigi, racconta una storia profondamente legata all'oggi, con la crisi sempre più opprimente e un futuro possibile sempre più fosco, in cui il miraggio (vero, verosimile o presunto che sia) di un lavoro in un altro luogo diventa ancora di salvezza.

Poco importa se la prima parte del documentario, quella torinese, procede un po' a fatica, tra improvvisazioni (mal) ricostruite e un lento percorso di avvicinamento nella conoscenza dei personaggi. Quando i colloqui per il lavoro proseguono, e la partenza si avvicina, "Mirage a l'italienne" prende vita e diventa sempre più coinvolgente. E quando in Alaska finalmente si arriva...

Il senso dell'operazione, il suo significato più profondo, è nelle parole della stessa regista: "Il mio paese - spiega - non ha bisogno di un altro reportage scandalistico, di una dichiarazione aperta di guerra, di uno scoop passeggero che tira in causa piaghe ben note. Il mio paese ha bisogno, oggi più che mai, di poesia".

12/09/2013, 15:28

Carlo Griseri