L'AngoLo StrAnieRo - BLING RING, giovani senza meta

“Quando si è cominciato a parlare dei furti del Bling Ring nelle news, non ci avevo prestato molta attenzione. Poi ho letto l'articolo di Vanity Fair che raccontava di questa banda e mi sono resa conto che sembrava proprio la trama di un film”.
Così Sofia Coppola, dopo aver vinto il Leone D’oro con la pellicola “Somewhere” nel 2011, racconta, nel suo ultimo film "Bling Ring", le imprese di quattro ragazze e un ragazzo che, tra il 2008 e il 2009, hanno fatto irruzione nelle ville di noti personaggi dello star system, come Paris Hiltom, Audrina Patridge, Orlando Bloom, e Lindsay Lohan, per rubare scarpe, e gioielli, per un totale di tre milioni di dollari.

“Ma non volevo fare un documentario, quindi non ho usato i nomi veri, e per la sceneggiatura mi sono ispirata alle trascrizioni dei rapporti dei giornali e della polizia”, rivela la regista.

Ancora una volta Coppola sembra piuttosto a suo agio nel mondo del disagio giovanile.”Questa storia dice molto sulla nostra epoca e su come crescono i ragazzi nel mondo di Facebook e di Twitter. Una generazione ossessionata dalla fama, dal successo e dal desiderio di possedere gli abiti e gli accessori delle star del cinema e della tv. Ragazzi ai quali le famiglie non hanno trasmesso valori forti” dichiara la regista.

Eppure il punto di vista di chi se ne intende, perché il mondo dei ricchi le appartiene da quand'era in fasce, rimane ambiguo ed incerto. Così il tentativo di inchiodare il culto dell’apparenza e delle celebrità, “una piaga moderna che sta portando alla deriva un’intera generazione di adolescenti americani”, insiste Coppola, si trasforma ben presto in una litania ininterrotta di etichette lampeggianti, e dove l’avidità dei ragazzi è messa a servizio dei marchi degli oggetti rubati.