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SAREBBE STATO FACILE - Educazione alla Diversità


Gay, lesbiche, e poi coppie omosessuali che vogliono essere genitori. Il tema in Italia è sempre difficile, complesso, spesso oggetto di film senza spessore. Ma...


SAREBBE STATO FACILE - Educazione alla Diversità
Gli interpreti di "Sarebbe Stato Facile"
Come suggerisce il titolo non saremmo qui a parlarne se ci fosse in questo paese un'altra cultura, un altro rispetto, un'altra educazione alla diversità e soprattutto una tutela legale e sociale.

"L'idea di questo film - spiega il regista Graziano Salvadori in conferenza stampa - mi è venuta perché ho molti amici gay e una sera uno di questi era a cena da me. Mentre stavamo parlando i miei figli piccolini facevano una confusione enorme al punto che ho dovuto riprenderli. L'amico mi ha guardato tristemente e mi ha detto "beato te che hai dei figli, io non potrò mai avere questa gioia". Ecco, mi sono detto, vorrei fare proprio un film su questo discorso. Perché queste persone devono vedersi negate gioie così basilari?"

Parte dunque da una vicenda privata e molto personale questo film, opera prima dell'attore toscano che confessa di aver fatto un mezzo miracolo produttivo insieme ad Angelo Bassi per portare il film a compimento dato che né Toscana Film Commission né il Mibac hanno finanziato le riprese.

La storia narra le vicende di due coppie (lui-lui e lei-lei) che per desiderio di avere dei figli adottivi si sposano secondo i canoni della legge italiana e tramite l'intervento di un alto funzionario della chiesa riusciranno ad adottare in modo meno complicato del previsto. L'ambientazione è a Fucecchio, un paesino dove essere "diversi" è ancora considerato un fatto sconveniente; da qui una serie di inganni escogitati dalle coppie verso la società supposta civile, non ultimo appunto il matrimonio incrociato.

"Se due uomini si tengono per mano a Roma non frega niente a nessuno, a Fucecchio invece sei oggetto di scherno e battute. Poi però le strade dove battono i trans sono piene di auto che si fermano. Allora come la mettiamo con questa orribile ipocrisia? Vorrei che questo mio progetto facesse riflettere, discutere e aprire una porta nuova sulla cultura dell'accettazione della diversità. La chiesa tra l'altro nel mio film aiuta i protagonisti, un po' come sta facendo Papa Francesco con le sue ultime dichiarazioni, speriamo che sia questa una nuova, vera via per cambiare la società".

In "Sarebbe Stato Facile" certi meccanismi teatrali nei quali lo stesso Salvadori, Niki Giustini e Katia Beni si muovono a meraviglia male si adattano al cinema che esige ritmi molto diversi. Ci sono ingenuità, difetti di regia, battute poco divertenti, luoghi comuni e macchiette non funzionali alla storia. Ma di questa opera come detto dobbiamo cercare e apprezzare altro, l'onestà dell'intento e del messaggio e lo sforzo produttivo. Anche lo spettatore meno attento coglierà nei vari product placement piazzati davvero senza diplomazia l'"aiuto" per portare a compimento il progetto che vede anche la partecipazione di Beatrice Maestrini, Alessandro Paci e Cristina De Pin, forse i tre più a loro agio nei rispettivi ruoli.

Il film esce giovedì 26 in 23 copie di cui 9 nella sola Toscana. Ma, conferma il produttore, "se avremo un buon riscontro potremo aumentarle

24/09/2013, 16:27

Elena Dal Forno