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NFF - DALL'ARTE DELLA GUERRA - Strategia della resistenza sociale


NFF - DALL'ARTE DELLA GUERRA - Strategia della resistenza sociale
Cominciamo dai fatti di cronaca: Milano, Agosto 2009, quattro operai della INNSE salgono su un carroponte a 20 metri di altezza, minacciano di buttarsi di sotto se la fabbrica verrà chiusa e se le macchine verranno smantellate. Saranno 8 giorni di resistenza e di lotta dura, in cima a quella barricata che diventerà il simbolo e l’emblema dell’ultima spiaggia per quelli che oggi sono i nuovi schiavi di un sistema capitalistico giunto ad un collasso e destinato con il passare del tempo a mietere sempre più vittime tra i lavoratori. E’ lassù sul carroponte che si esplica la strategia della classe operaia che si organizza contro il proprio nemico ; il padrone. Dopo 8 giorni e 7 notti Enzo, Fabio, Massimo e Luigi scendono dalla loro barricata e alla fine dell’estate i cancelli riapriranno, con la gioia e i festeggiamenti di tutti gli altri operai che attendevano con trepidazione la sorte dei loro compagni assiepati fuori dei cancelli con decine e decine di camionette della Polizia in tenuta da sommossa.

Luca Bellino e Silvia Luzi, ci raccontano questi quattro uomini e la strategia precisa che hanno utilizzato per arrivare a prendere la decisione estrema di salire sulla torre della fabbrica nel documentario "Dell'Arte della Guerra". Colpisce primaditutto la scelta azzeccatissima di piazzare i quattro operai della INNSE dentro ambienti industriali abbandonati, in capannoni immensi e che stanno per sfracellarsi come il sistema che li ha creati e li ha distrutti con la stessa facilità. I due registi usano una fotografia molto pulita, con tonalità di blu e una luce molto fredda che accentua la crudezza delle interviste. I quattro uomini, ognuno in un ambiente diverso, racconta la sua idea di organizzazione di lotta politica. Ognuno degli uomini ha la propia idea sul lavoro. C’è chi crede il dialogo tra padrone e operaio impossibile da realizzarsi, chi vede il lavoratore come uno schiavo moderno che deve comunque e sempre essere in lotta per la propia dignità. Le filosofie e gli approcci dei quattro “soldati della fabbrica” sono diversi ma tutti sono uniti da un unico intento: creare un esercito contro le persone che li stanno utilizzando e sfruttando per i propi profitti economici. E’ un “esercito sociale” che si organizza, in compartimenti, ben separati e coordinati da un centro nevralgico - organizzativo. I quattro uomini saliti sul carro ponte sono le avanguardie, i soldati più esposti, ma sotto, in basso, nascosti nell’ombra, fuori dai cancelli ci sono altri compagni che pensano le strategie, le diffondono e le rendono possibili.

"Dell'Arte della Guerra" scorre con una forza ed una potenza figurativa rare nel panorama documentaristico italiano. Si usa il registro televisivo dell’intervista ma le parole sono supportate da un’ ottima ricerca visiva sugli ambienti post industriali e sui materiali di archivio. Secco, veloce e potente questo documentario racconta molto bene dall’interno una lotta operaia che sarà destinata col tempo a diventare sempre più dura e feroce.

04/10/2013, 15:31

Duccio Ricciardelli