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Successo per l'anteprima di "H2A. L’acquedotto in amianto"


Successo per l'anteprima di
Dopo il grande successo dell'anteprima all’Europa Cinema di Bologna, è ora disponibile online, su pubblicobene.it, il documentario H2A. L’acquedotto in amianto.

Quasi tutti gli acquedotti pubblici in Italia sono in cemento-amianto e Bologna possiede circa 1.800 km di queste tubature dello stesso materiale. A lanciare l’allarme è "H2A. L’acquedotto in amianto", un documentario di poco più di 30 minuti che racconta la situazione delle tubature della città bolognese, realizzato da Giuliano Bugani e Daniele Marzeddu, con le riprese di Salvo Lucchese e le musiche di Pasquale Pettrone e Maudit Production, prodotto grazie all’iniziativa dell’Associazione Orfeonica di Bologna e all’azione di crowdfunding di cittadini e associazioni attraverso il sito di giornalismo partecipativo pubblicobene.it.

La sala dell’Europa Cinema piena, con oltre 150 persone. Questa la risposta del pubblico per l’anteprima del 15 ottobre. Alla fine della proiezione, la maggior parte del pubblico è rimasta in sala per prendere parte alla discussione su ciò che si sa e ciò che non si sa sulla presenza di amianto nell’acquedotto di Bologna e sui suoi effetti. Una discussione che si è svolta, come nel documentario, nel silenzio delle autorità preposte a gestire l’acquedotto e a informare i cittadini.

Gli autori hanno cercato di intervistare tutte le istituzioni bolognesi: dal sindaco, Virginio Merola, agli assessori interessati, fino ai consiglieri di maggioranza e opposizione. Il risultato? Alcuni non hanno risposto ad altri, invece, come il primo cittadino, non interessava l’argomento. Gli unici a rispondere sono stati Pasquale Caviano di Centro democratico e Massimo Bugani, capogruppo del Movimento 5 Stelle. Neanche Hera, che gestisce l’acquedotto, ha risposto all’invito. Il documentario si basa perciò su intervistare i cittadini: in pochi sono a conoscenza del problema. Quanto agli esperti, sia il presidente dell’Associazione esposti amianto, Vito Totire, sia Luciano Mutti, oncologo di Vercelli, che Morando Soffritti, direttore scientifico dell’Istituto Ramazzini, concordano sul fatto che la fibra di amianto ingerita sia fortemente cancerogena. Il video documenta la difficoltà a reperire i dati da chi controlla le acque, ossia Asl, Arpa ed Hera.

20/10/2013, 12:08