FUGA DI CERVELLI - Un salto nel buio: dalla tv al cinema
Per il suo esordio da regista, il comico livornese
Paolo Ruffini gira il remake italiano del campione di incassi spagnolo, "
Fuga di cervelli", e per il cast si si affida a volti noti della televisione e dei social media, “meno accademici e più comunicativi”, come
Frank Matano de Le Iene,
Guglielmo Scilla, in arte Willwoosh, e il duo comico “i Panpers”, suoi colleghi di Colorado.
Detto questo non è che del film ci sia moltissimo da raccontare: va preso per quello che è, l’ennesima variazione sul tema dello sfigato innamorato della più bella della scuola. La storia è quella di Emilio, interpretato dall'attore
Luca Peracino, un classico “nerd”, innamorato fin dall’infanzia di Nadia, la modella
Olga Kent, vista in Natale a Cortina. Quando lui finalmente si decide a dichiarare il suo amore, lei vince una borsa di studio e si trasferisce ad Oxford. Per riuscire a conquistarla, Emilio lascia casa e certezze e parte per il celebre campus inglese, insieme alla sua combriccola di amici squinternati, tutti rigorosamente sfigati. Un ragazzo cieco, interpretato dallo stesso Ruffini, e da sempre miglior amico di Emilio, uno “spacciatore etico”, soprannominato Lebowski, come il protagonista del cult dei Coen, un ragazzo disabile, costretto su una sedia a rotelle, ma allo stesso tempo ossessionato dalle ragazze e dal sesso, ed infine, non poteva mancare, l’intellettuale del gruppo, e gay non dichiarato.
“Ho voluto dedicare questo lavoro a chi si sente sfigato, solo e ha voglia di ridere”, dichiara il regista, e per questo ricicla la formula dei vari college movie americani, per di più di quel sottogenere che è la commedia di ambientazione "teen”, dove il prevedibile gioco degli equivoci, il linguaggio scurrile, e alcune sterzate sul lato sentimentale, garantiscono comunque gag facili e pronte all'uso.
Ruffini si prende pure la briga di trattare con ironia, temi caldi come omosessualità, cecità, e disabilità. “Ma non sono questi argomenti ad essere presi in giro quanto l’ipocrisia della gente. E poi se non si può scherzare su qualcosa, questo sì che diventa un problema”, conclude il neoregista.
06/11/2013, 10:00
Monica Straniero