FESTIVAL DI ROMA 8 - "L'altro Fellini", vivere all'ombra di Federico
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L’altro Fellini" di
Roberto Naccari e
Stefano Bisulli si apre, sottile sarcasmo degli stessi autori, con una bugia del famoso regista Federico, il racconto di una scena punitiva per un’infanzia segnata da una rigida educazione in collegio, riproposta nella sceneggiatura del film "8 e mezzo".
In realtà però in collegio c’è stato il fratello più piccolo, Riccardo in quanto turbolento e ingestibile. Poi il film sceglie di seguire un clima colloquiale, snodandosi come una scottante serie di confidenze e finendo per assumere le forme di un album di famiglia.
I fratelli Fellini crescono insieme, Federico è più grande rispetto a Riccardo di appena un anno, la somiglianza fisica nelle foto della loro infanzia è impressionante, a tratti non si distinguono l’uno dall’altro. Col tempo però il fratello minore continuerà a vivere all’ombra del fratello famoso e affermato e grazie alla sua prestanza fisica deciderà di fare l’attore e iscriversi al Centro Sperimentale.
Entrambi si ritroveranno così a Roma a rincorrere i propri sogni: Riccardo, atletico e di bell’aspetto, spigliato e signorile, chiamato dagli amici “il barone”; Federico detto “Gandhi”, mite e di umile corporatura, sguardo torvo e altrove. Una cosa finirà per riaccomunarli, la reciproca insofferenza.
Quello di Riccardo è un percorso che commuove, è la storia di un fratello che ha lottato per appropriarsi di un cognome che in realtà gli spettava dalla nascita ed è morto con un sogno spezzato. Ma si lascia la sala con la sensazione di aver invaso uno spazio, di essere stati complici di un assunto falso e tendenzioso, che il fratello più grande abbia castrato il talento del secondo.
Una sensazione quasi spiacevole dato che i contenuti restano comunque intriganti più per i protagonisti in questione che per il tema in sé: purtroppo, verrebbe da ricordare agli autori, sono cose che accadono in tutte le migliori famiglie!
Mariella Di Lauro17/11/2013, 23:57