Note di regia di "Neve"
L’idea iniziale è stata una suggestione semplice: un noir nella neve. Ho pensato a due vite in bilico che si incrociano in un passaggio molto critico del loro svolgimento. Un uomo normale, una guardia carceraria, alla ricerca di qualcosa o comunque in possesso della chiave di un segreto. E in fuga, senza saperlo, da qualcos’altro. E una donna bellissima, dalla pelle scura, spacciatrice di coca (“neve” anch’essa) e “pupa” di un boss locale. Anch e lei in fug a da una vita che comincia a st a r le stretta e dunque anche lei alla ricerca di una speranza. Il perno di questa giostra di sentimenti, violenze, menzogne, rancori è il denaro. Il bottino dimenticato di una rapina. Denaro che può risolvere, m iracolosamente, il destino dell’uno e dell’altra. Denaro che nasconde, anche, il desiderio di entrambi i personaggi di esorcizzare i propri fantasmi, liberarsi di un passato ingiusto. Ho cercato di rendere tutto questo con stile asciutto, rigoroso. Affid andomi a scene secche, brevi, pochi movimenti di macchina. Volevo che i dialoghi fossero scarsi, soprattutto nella prima parte del film, più ampi e profondi nel suo seguito, quando il legame tra l’uomo e la donna è ormai, di fatto, indissolubile. Nella sc rittura, con Patrick Fogli, abbiamo subito pensato che al paesaggio dovesse essere attribuita una funzione fondamentale: non sfondo ma terzo protagonista, in grado di partecipare alla storia come una vera e propria condizione dell’anima dei nostri due. Cer cando di sciogliere, pian piano, nel bianco per niente candido di una neve ostile e opprimente, i nodi di un thriller senza assassini, che, infilandosi nelle pieghe recondite delle psicologie dei protagonisti, potesse parlare alle coscienze di tutti noi.
(stefano incerti, ottobre 2013)