SOTTO18 - Sylvain Chomet: "Amo il cinema italiano"
Ospite d'onore dell'edizione 2013 di
Sottodiciotto Film Festival a Torino in cui ha presentato il suo ultimo film, "
Attila Marcel", il regista francese
Sylvain Chomet si è concesso per un'intervista in cui ha parlato di sé, dei suoi capolavori d'animazione ("Appuntamento e Belleville" e "L'illusionista"), del passaggio al cinema live action e, tra le altre cose, dell'amore per gli autori italiani.
"Amo il cinema italiano", ha confidato l'autore, tra l'altro sorprendentemente presente in un piccolo cameo nella commedia friulana "
Zoran, il mio nipote scemo" di Matteo Oleotto. "Trovo che il vostro cinema sappia come nessun altro mantenere un carattere infantile, ingenuo nei suoi personaggi che mi conquista. In Francia siamo troppo cartesiani, dobbiamo spiegare tutto, non saremmo mai in grado di fare un film come 'Miracolo a Milano', in cui c'è la miseria, la tristezza ma anche sprazzi di luce e di leggerezza. In Francia il cinema manca di fantasia, operazioni come 'Zoran' o come, per parlare del caso più estremo, 'La vita è bella' di Roberto Benigni sono esempi eccellenti".
Il suo ultimo lavoro, presentato in
anteprima italiana a Torino, è girato con attori in carne e ossa, una svolta importante ma non inedita avendo Chomet girato in questo modo già il corto "Tour Eiffel" inserito nel film collettivo "Paris, je t'aime" nel 2006. "Per me - ha spiegato - non è cambiato molto in questo passaggio, ho sempre curato molto le inquadrature, il mio modo di fare film è lo stesso. L'unica grande differenza è la durata della realizzazione, l'animazione richiede tempi molto più lunghi, i film in live action sono molto più creativi, lo sono dall'inizio alla fine e raggiungono l'apice in sala di montaggio. Con l'animazione passato il primo anno in cui si cura lo storyboard, il resto del tempo è meno stimolante, più meccanico".
L'abbandono dell'animazione non è stato ben accolto in Francia: "Pur non avendo mai prodotto alcuno dei miei lavori, i miei connazionali mi considerano un esponente dell'animazione locale e hanno visto molto male il mio passaggio al cinema dal vero...".
Chomet nasce come animatore, diventa regista e si scopre musicista. "Quando ho realizzato il mio primo corto mi ero letteralmente dimenticato che ci volesse della musica! Ho capito poi quale importanza abbia... In quel caso mi sono salvato perché ho conosciuto il fisarmonicista di Jacques Brel, che mi ha fatto ascoltare qualche brano rimasto inedito e uno di essi era perfetto per me. Da allora ho sempre più lavorato partendo dalla musica, trovando più semplice comporre io in prima persona che dover spiegare ad altri cosa volessi!".
Un brano che ritorna è proprio 'Attila Marcel'. "È successa una cosa bizzarra al riguardo. Mentre realizzavo Belleville, mi è venuto in mente questo nome e l'ho appuntato su un post-it convinto che lo avrei utilizzato. Ho poi scritto per quel film una canzone, una presa in giro dei brani alla Edith Piaf in cui c'era sempre un uomo terribile che la maltrattava e a cui lei giurava amore eterno, e l'ho intitolato Attila Marcel. Nel film quasi non si sente, ma è uscito nel cd della colonna sonora e da allora ha avuto vita propria, molto trasmesso dalle radio del Quebec e reinterpretato da tantissimi artisti (vedere YouTube per credere!). Da quella canzone è poi nato il progetto del mio ultimo film, in cui assume un ruolo centralissimo nel racconto e nell'ascolto".
Nel prossimo futuro, due progetti legati al successo di "Appuntamento a Belleville". "Passo al teatro", confida Chomet. "Sto ultimando un musical la cui prima è prevista per settembre 2014, sarà una sorta di seguito del mio film d'esordio. Ma sto anche lavorando allo storyboard di un altro film d'animazione, forse il mio ultimo con questa tecnica, che sarà un prequel, racconterà l'infanzia delle 'triplette' di Belleville".
Un'ultima raccomandazione, prima dei saluti: "Se conoscete un distributore, segnalatemelo... L'Italia è uno dei pochi paesi in cui il film non è stato venduto, ed è un peccato perché penso che lo potreste apprezzare molto di più, per esempio, dei francesi!".
08/12/2013, 18:35
Carlo Griseri