COMMEDIA ALL'ITALIANA - Tre film riusciti
Il cinema italiano chiude il 2013   con la meritata presenza di 
La Grande   Bellezza di   Paolo Sorrentino nella lista dei film stranieri   candidati agli Oscar e l’affermarsi della nuova   commedia all’italiana con tre film comico- satirici: 
Sole a catinelle (primato storico   assoluto anche al botteghino) del comico   barese Checco Zalone, regia di Gennaro   Nunziante, 
L’ultima ruota del carro di   Giovanni Veronesi e 
Un fantastico via vai   dell’ inossidabile capostipite della comicità   ludica “situazionale” toscana Leonardo   Pieraccioni. 
I titoli dei lungometraggi sono in ordine decrescente rispetto all’indice   di gradimento personale. Tutti e tre tentano   una radiografia dell’Italia d’oggi, prendendo   in esame italiani tipo, gente ordinaria, la loro   fatica di vivere, le loro abitudini, le loro   usanze. 
La comicità frizzante, l’ironia talvolta   amara, talvolta ridanciana, e la satira sono il   lievito di questi film-spettacolo che non solo   interessano, ma piacciono per la loro levità e   anche la rassegnata umanità della gente che   li abitano. 
Zalone, con le vicende   drammatico-comiche del suo personaggio,   un fantasioso e truffaldino venditore di   aspirapolvere, che vive nel vicentino ma è   solidamente ancorato al sud, è quello che   riesce meglio a darci l’italiano d’oggi in bilico   tra scoraggiamento, disperazione e voglia di   riuscire e di affermarsi in un “milieu” sovente   corrotto e disastrato moralmente. 
Nel più   riuscito dei suoi tre film ci fa viaggiare in   allegria , insieme al suo simpatico e sveglio   rampollo di dieci anni, in un Italia dove si   incontra una varia umanità di cialtroni,   truffatori, venduti, corrotti, assistiti e   megalomani. Zalone, novello pulcinella,   tratta tutti con simpatia e condiscendenza.   
Ernesto Fioretti, il tappezziere, cuoco,   traslocatore e comparsa cinematografica   romano di Veronesi, scivola con   rassegnazione che si fa qualunquismo, in   quasi mezzo secolo di storia italiana da Moro   a Craxi, da Tangentopoli a Berlusconi e tanto   calcio, nell’affresco storico di 
L’ultima ruota   del carro. Anche in questa storia di un   povero cristo che nella sua esistenza è stato   sempre l’ultima ruota del carro, umorismo e   ironia sono gli ingredienti meglio utilizzati.   Però l’uso del romanesco non dà alla   commedia il taglio di universalità di cui ha   bisogno per essere compresa ed apprezzata   al di fuori dei confini linguistici nazionali.   Senz’altro, sul piano storico il film di   Veronesi è quello più apprezzabile anche se   non completamente riuscito. 
Pieraccioni con  
 Un fantastico via vai si diverte e diverte,   però si ripete ricalcando anche gli schemi del   riuscito 
Auberge espagnole del regista   francese Cédric Klapisch. Le vicende di   studenti universitari che cercano di vivere e   sopravvivere insieme con l’aggiunta di un   personaggio di mezza età, in questo caso   l’ineffabile Leonardo Pieraccioni, cacciato da   casa da una moglie intransigente, che vuole   imitarli e vivere con loro fanno sorridere,   ridere, però sono già state già portate allo   schermo diverse volte. Un rinnovamento   totale per il regista fiorentino potrebbe   giovargli. Anche in Pieraccioni la comicità,   talvolta a buon mercato e l’ironia, ma non la   satira, si sprecano.
30/12/2013, 09:07 
Augusto Orsi