Note di regia del film "Maldamore"
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...soltanto l'amante può giurare e avere
il perdono dagli dei, se trasgredisce
un giuramento: dicono infatti che un
giuramento d'amore non ha valore. "
Platone "Simposio"
L’uomo si è sempre interrogato sui propri comportamenti e sulle proprie contraddizioni in merito alla vita amorosa.
In realtà tutte le riflessioni degli antichi e dei filosofi che si sono succedute fino ad oggi non hanno fatto progredire di un solo passo l’intera umanità verso la comprensione dell’argomento.
È così che ancora oggi noi soffriamo e ci dibattiamo cercando di trovare un equilibrio concreto nella nostra vita affettiva senza sapere come ammaestrare i nostri impulsi e i nostri desideri, cercando di trovare un compromesso continuo tra i nostri difetti e la volontà di non commettere errori, tra le nostre pulsioni e la morale comune. Gelosia e tradimento, matrimonio e libertà, famiglia e sesso, amore e passione, sincerità e sotterfugio… come si possono contenere all’interno dell’animo di una sola persona tutte queste contraddittorie realtà pulsionali senza che questo povero individuo non perda il senno e riesca a mantenere una parvenza di equilibrio psichico?
In noi agiscono le forze della natura che ci spingono a desiderare e a volere sesso e amore in tutte le forme esperienziali possibili ma agiscono anche le forze della cultura che permea la società e che ci spingono a perseverare in una condotta morale condivisa.
Contraddizioni continue e dolorose…
Il tradimento, se lo subiamo, ha una valenza ben diversa dal farlo subire alla persona amata. Se noi siamo i traditori tendiamo a sminuirlo, a circoscriverlo ad un momento, a banalizzarlo o giustifcarlo.
Ma se noi siamo i traditi il mondo intero ci precipita addosso, ci sentiamo di non valere più nulla, non solo per la persona amata, ma in assoluto per tutti.
I pesi e le misure cambiano a causa dell’egoismo e dell’egocentrismo infantile che contraddistingue i sentimenti quando sono totalizzanti. Anche il senso di possesso nei confronti della persona amata può trasformarsi in un cappio soffocante se lo subiamo ma un nostro diritto sacrosanto se lo agiamo.
Insomma l’amore è in assoluto il motivo di contraddizioni maggiore nella vita quotidiana di tutti noi. Le ansie e le pene d’amore ci fanno soffrire tantissimo ma, viste da fuori, sono da sempre argomento di commedia, di una narrazione cioè che utilizza i difetti umani più riconoscibili per metterli alla berlina e ridicolizzarli.
Ed è proprio la riconoscibilità e il fatto che appartengano a tutti, nessuno escluso, a far sì che il gioco della commedia funzioni perché ciò che è rappresentato è lì vicino a noi, fa parte di noi, ci appartiene.
Possiamo aggiungere anche, parafrasando gli anni ’70, che “il privato è politico” e i nostri difetti domestici si riverberano e s’ingigantiscono al di fuori dell’ambito amoroso.
In “Maldamore” l’ipocrisia permea la vita delle coppie stabili, diventando la protagonista della narrazione e del senso comico.
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...soltanto l'amante può giurare e avere il perdono dagli dei, se trasgredisce un giuramento: dicono infatti che un giuramento d'amore non ha valore."
La famosa frase del Simposio platoniano sta a indicare che le promesse fatte all’inizio di una storia non hanno più valore dopo che il tempo è trascorso contribuendo a rendere meno forti passione, attrazione e lealtà.
Le persone che esprimono un giuramento oggi, in fondo, sono solo lontani parenti di quelle che si troveranno costrette a rispettarlo dopo anni, stritolate nella morsa delle mura domestiche e della quotidianità.
“Maldamore” è un film proprio sull’inafferrabilità dell’amore, sull’assoluta ingovernabilità dei sentimenti, e sulla scoperta di quanto, in amore, ci si possa riconoscere improvvisamente diversi da ciò che si è sempre stati.
Angelo Longoni