L'ORO DI SCAMPIA - Film tv su Rai 1, lunedì sera
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L'Oro di Scampia" è un piccolo passo verso la qualità. Una parola che in tv sembra passata di moda o sinonimo di bassi ascolti ma che ogni tanto, almeno a piccole dosi, si riesce a percepire come obiettivo.
Il film diretto da
Marco Pontecorvo, in onda lunedì 10 su Rai 1, ha nella sua parte cinematografica delle innegabili qualità mentre, ciò che è riconducibile alla "televisione" risulta carente, incatenando il prodotto al suolo e impedendogli di volare verso livelli evidentemente troppo pericolosi da esplorare.
La regia, la fotografia ma anche l'interpretazione di alcuni attori sono decisamente di ottima fattura; con il rischio di imitare le atmosfere e i meccanismi del "
Gomorra" di
Matteo Garrone, Pontecorvo riesce a raccontare un episodio senza scadere nel già visto, anzi utilizzandolo per evitare di perder tempo a raccontare l'ambiente e le sue difficoltà. L'uso della macchina a mano e di ampie riprese aeree riesce a dare la sensazione di verità, descrivendo con precisione i luoghi e il microcosmo di Scampia.
Vincenzo Carpineta firma una fotografia coraggiosa, ricca di tagli e di neri, dando così un alone di credibilità alle immagini. Oltre a
Giuseppe Fiorello, una sicurezza che però rischia di mettere troppo "se stesso" in ogni personaggio, nel film troviamo alcuni interpreti "cinematografici" come
Gaetano Bruno e Salvatore Striano che grazie alla misura rendono migliore ogni scena in cui appaiono, moderando un clima sempre troppo esasperato.
Ed è qui che cominciano i difetti televisivi, proprio dal parossismo di ogni situazione; ogni scena (tutte tranne un paio), ogni dialogo, ogni incontro si svolge in condizioni di contrasto, come se gli evidenti ostacoli di chi cerca di cambiare la situazione si debbano presentare in ogni istante della giornata e in ogni rapporto umano, professionale o solo d'amicizia. Questo raccontare la storia sempre sopra la normalità, svilisce il lavoro sopra citato di regia e fotografia, ma è forse dettato dal solito (pre) giudizio che dirigenti e produttori tv hanno nei confronti del loro pubblico. Se ci sono difficoltà o contrasti, per non rischiare che a casa non capiscano, ricordiamoglielo in ogni situazione, hai visto mai che la gente non afferri che il protagonista è "contro" la situazione di Scampia. No, non rischiamo. E allora giù a retorica, a luoghi comuni, a "spiegoni", a voci narranti che dichiarano i sentimenti (perché è troppo difficile farlo capire con recitazione, immagini e dialoghi), a continue ripetizioni di nomi e luoghi (dovessimo dimenticarci come si chiamano o dove stanno...).
Il mix tra qualità cinematografica e televisione bassa, crea un prodotto che alla fine è meno peggio di altri, ma che sicuramente poteva essere realizzato meglio in fase di ideazione, di produzione e di sceneggiatura.
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L'Oro di Scampia" racconta la storia vera di
Gianni e Pino Maddaloni che, partendo dalla loro piccola palestra di quartiere, nel 2000 arrivarono fino alle Olimpiadi di Sydney vincendo l'oro nel judo. Il film è sicuramente un passo importante verso la creazione di prodotti di qualità che la nostra tv pubblica dovrebbe cominciare a produrre per imporsi non solo sul mercato interno.
07/02/2014, 17:24
Stefano Amadio