RED KROKODIL - I morsi della Droga
In un qualsiasi appartamento di una qualsiasi città della Russia, un uomo si ritrova improvvisamente solo e vittima del Krokodil, una delle più pericolose e distruttive droghe in commercio. Completamente in balia di se stesso, questo individuo vive gli ultimi stadi della devastazione fisica e psichica; il suo corpo, martoriato da numerose ferite rilasciate dalla sostanza che assume (chiamata appunto krokodil per i segni che imprime sulla carne, simili a squame) diventa a poco a poco un'inevitabile prigione da cui non riesce a scappare.
Diretto da
Domiziano Cristopharo, con
Brock Madson, Valerio Cassa, Simone Destrero, Viktor Karam e distribuito da
Distribuzione Indipendente, "
Red Krokodil" mette in scena un unico personaggio che, come una pedina, muove i suoi passi incerti e vacillanti in uno spazio esageratamente claustrofobico, caratterizzato da pochissimi oggetti e da sole due, tre stanze al massimo. Quasi sempre con una siringa in mano, e per tutta la durata del film, l'uomo è preda di continue allucinazioni in cui compaiono mostri, occhi che oltrepassano le mura e lo osservano, ma anche paesaggi, foreste, deserti che rappresentano quella via di fuga tanto agognata ma che non può raggiungere.
Il krokodil è l'unica cosa che lo fa sentire vivo e, come afferma lui stesso: “tutto ciò non dipende da me”.
Domiziano Cristopharo cuce un preciso rapporto tra realtà interiore e realtà esteriore, tra l'area angusta dell'appartamento e il degrado psicofisico del protagonista, forzando la durata della sua autodistruzione che va a scontrarsi con un finale senza alcun senso logico. Ma può esserci logicità in quello che vive e vede un tossicodipendente che ha praticamente toccato il fondo?
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Red Krokodil" non è un film di denuncia né ricerca moralità alcuna, ma si limita esclusivamente alla rappresentazione degli effetti del krokodil, ribadendo un senso di oggettività che va perfettamente a braccetto con i mostri interiori del protagonista.
17/02/2014, 16:24
Margherita Pucello