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FIRENZE 1943-44: VIA DE' PECORI N.6 - La Forza della memoria


FIRENZE 1943-44: VIA DE' PECORI N.6 - La Forza della memoria
E' sostanzialmente un documentario di montaggio "Firenze 1943-44: Via De' Pecori N.6" di Mario Spiganti e Daniela Bartolini, prodotto dalla Banca della Memoria di Poppi e realizzato quasi del tutto con immagini di archivio di alcune famiglie ebraiche fiorentine durante la Seconda Guerra Mondiale. "Firenze 1943-44: Via De' Pecori N.6" utilizza il registro verbale e della memoria in modo diretto e senza troppa retorica, evocando i momenti bui di una Toscana stretta dall’occupazione nazista.

Le famiglie Cassuto, Passigli e Innocenti vivono in un apparente tranquillità in una Firenze spensierata, vanno in vacanza al mare tra il ’40 e il ’41, si filmano sul tetto del palazzo dove abitano, in Via De’Pecori n.6. La vita nel negozio “La casa dei Tessuti", prosegue serena nonostante le notizie della Guerra che incalza e che è dietro l’angolo. Poi un giorno, all’improvviso le tre famiglie entrano nell’incubo della deportazione e delle persecuzioni razziali.

Le testimonianze sono affidate a due componenti delle famiglie che all’epoca erano poco più che adolescenti; Franca Cassuto e Franco Innocenti. In montaggio parallelo prima i due protagonisti descrivono le immagini amatoriali del loro archivio di famiglia, filmini mossi, girati con cineprese amatoriali ma che rendono bene le atmosfere e il quotidiano dell’epoca. Terminata la descrizione dei personaggi reali della storia, con descrizione, aneddoti e rievocazione di ricordi personali, la seconda fase del film va nel profondo della memoria dei due intervistati. Le immagini di archivio naturalmente vengono messe da parte, la presenza minacciosa dei nazi fascisti emerge dalle parole della Cassuto e dell’Innocenti. Il babbo di Franca, Ugo viene deportato al Nord, il negozio viene chiuso, la famiglia è costretta a vivere nascosta. Il documentario è montato bene, la regia si affida ai racconti dei due protagonisti che come in tutti i racconti di guerra diventa “rappresentazione reale” nella mente degli spettatori. I due registi non hanno bisogno di immagini di archivio e di insert video nella seconda parte del film, è la Parola a prevalere, la narrazione sostiene perfettamente il fluire continuo di sensazioni e di stimoli visivi ai quali viene mosso lo spettatore.

Il racconto di Franca Cassuto da bambina che corre sola in una Firenze occupata da repubblichini e nazisti, rende questo piccolo documentario, prezioso e sicuramente da vedere.

11/04/2014, 18:52

Duccio Ricciardelli