Come meglio esprimere l’integrazione se non partendo dall’ironia a volte feroce della nostra terra? L’idea è nata pensando a certi ambienti lavorativi in cui i ritmi imposti non prevedono molte gentilezze e in cui devi prima fare che capire. Vivo e veneto racconta una situazione surreale quanto vera: per chi viene da fuori l’incapacità di comprendere le regole che vengono impartite è all’ordine del giorno.
Diviso in quadri temporali dallo stile asciutto e semplice, il cortometraggio è stato da subito pensato in bianco e nero, prendendo ispirazione dalle opere del primo Jim Jarmusch.
Scritto, girato e montato in 10 giorni, durante il workshop residenziale Cinema Lab 2013 di Kinocchio, sotto la supervisione dei docenti Giorgio Diritti, Pietro Marcello e Wu Ming 2, con la partecipazione speciale di Valerio Mazzuccato, Moses Kibuuka e il contributo prezioso di Marco Zuin alla fotografia, il cortometraggio è uno dei risultati de L’integrazione non fa notizia.
Un progetto ideato da Marco Fantacuzzi, proposto da Ass. Art Rock Café e realizzato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, bando Culturalmente 2012