CANNES 67 - Adriano Valerio, dalla Croisette alla Romania
Dopo già l’ottimo inizio con la menzione speciale nella sezione cortometraggi lo scorso anno a Cannes per "
37° 4S",
Adriano Valerio sta facendo rapidamente strada. Per lo stesso corto ha ottenuto anche il premio speciale Nastro d’Argento del SNGCI (consegnato proprio a Cannes) e il David di Donatello che ritirerà il prossimo 10 giugno, e grazie al quale potrà essere automaticamente candidato agli Oscar; ma più che all’America il regista pensa all’est europa. È lì infatti che Valerio vuole ambientare il suo esordio nel lungometraggio dal titolo "
Banat". Come ci ha raccontato sulla Croisette.
A che fa riferimento il titolo del film?
"È il nome di una regione a ovest della Romania dove i miei protagonisti, due trentenni del Sud d’Italia si ritrovano a vivere, in una specie d’immigrazione al contrario. Percorrono la tratta inversa di chi dai Balcani viene a cercar sorte migliore in Italia".
Chi sono esattamente i protagonisti e cosa cercano di realizzare?
"Lui è un agronomo mentre lei è appena uscita da una relazione e lavora in un cantiere navale quando perde il suo impiego. S’incontrano, s’innamorano ma lui è costretto a emigrare per lavorare. È una storia d’amore e di resistenza di due persone in un momento molto complicato sia personale che storico: non hanno le solidità affettive e morali delle generazioni che li hanno preceduti eppure sono persuasi a fare del loro meglio".
Il viaggio era presente anche nel tuo corto 37 gradi 4S. E’ un tema che ti interessa particolarmente?
"Mi interessano i personaggi che s’imbarcano in lunghi viaggi, che hanno uno sguardo quantomeno europeo. Se proprio la crisi o le situazioni non gli permettono di realizzarsi in Italia allora vogliono che la loro vita abbia una chance vera altrove. Si rifiutano di rimanere bloccati nello stesso posto in cui sono nati, hanno voglia di spaziare, necessità di abbandonare le proprie radici alla ricerca di uno sguardo diverso".
Si tratta di un elemento autobiografico o di un modo per criticare la mancanza di punti fermi della società?
"È decisamente un elemento che appartiene al mio carattere. Mi definisco una persona affetta da dromomania (l’ossessione per il viaggio) e anche per questo che non sto mai nello stesso posto. Vivo in Francia da più di 10 anni, ma torno spesso in Italia, insegno diversi mesi all’anno a Beirut. E vorrei ambientare il mio secondo lungometraggio a Tristan da Cunha, isola nell’Atlantico tra Sud America e Sud Africa".
Ma prima c’è da pensare a "
Banat" coproduzione tra Italia (Movimento Film), Macedonia, Bulgaria, Romania, che ha ottenuto il sostegno di MiBACT e del Ministero rumeno le cui riprese si svolgeranno tra Puglia, Macedonia e Romania alla fine del 2014.
Da Cannes Valentina Neri25/05/2014, 09:02