LOCARNO 67 - "Lucy" di Luc Besson inaugura il Festival
Con "Lucy", Besson ha fatto ancora centro deliziando tutti con le sue teorie che partendo da presupposti scientifici, nel dipanarsi delle mirabolanti avventure di Lucy, naufragano in deliri incontrollati di immagini, suoni e effetti speciali anche pregevoli.
Un’opera complessa e valida che incanterà il pubblico giovanile, farà arricciare il naso ai critici paludati e forse scatenerà ancora una volta l’ira del milieu cinematografico francese. Di ciò il cinquantacinquenne regista francese se ne infischia. Per lui è importante che questo film arricchisca la sua galleria di Wonder Women di un altro splendido esemplare: Scarlett Johansson, a perfetto agio nei panni di Lucy, creatura dai poteri paranormali e autodistruttivi, è un prototipo ben riuscito.
Il film farà piacere anche alla nostra antenata preistorica Lucy sugli altopiani etiopici, dal momento che diverse travolgenti sequenze - da National Magazine - viste in parallelo con la storia della Lucy bessoniana - riprendono, come messaggio subliminale Lleopardi, antilopi e gazzelle e cercano anche di illuminarci in chiave darwiniana sulla nascita dell’universo.
Sequenze visionarie allucinanti che risultano un tantino indigeste perché interrompono il filo del racconto che con tutte le sue situazioni paradossali e inverosimili è l’elemento più affascinante del lungometraggio. In questa summa il regista di "Nikita" affronta anche con disinvoltura il problema del metalinguaggio.
Il “coreano” dei pescecani della droga viene tradotto in American English con l’ausilio del telefono da un ineffabile receptionist di un albergo di Taiwan che ha studiato alla Business School di New York l’American English che parla Lucy. La cosa sembra funzionare e così gli spettatori non sono "Lost in Translation" come lo era la stessa Scarlett nel lungometraggio di Sofia Coppola.
Il plot del film panteistico e dissolutorio narra la storia di un'apparentemente apatica studentessa statunitense che dopo l’assunzione forzata di pesanti dosi di una potentissima nuova droga diventa super donna. Da questo momento inizia il suo impegno da Giovanna d’Arc contro una strapotente e crudele banda di spacciatori asiatici, capeggiata dal feroce boss Mr Jang.
Un insieme di botte da orbi, avvelenamenti,sparatorie a colpi di pistola, bazooka e inseguimenti e carambole d’auto nei luoghi più sacri di Parigi che attanagliano lo spettatore in un suspense totale.
Scarlett Johansson nelle sue mutazioni genetiche è perfetta, ma resta alquanto algida sul piano interpretativo quando è solo donna. "
Lucy" ha inaugurato la 67ma edizione del Festival di Locarno su Piazza Grande alla presenza di un pubblico foltissimo e entusiasta.
07/08/2014, 15:12
Augusto Orsi