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LA VEDOVELLA - La commedia compie 50 anni


Una lettura critica del film di Silvio Siano girato a Maratea. Nel cast Peppino De Filippo e Aroldo Tieri.


LA VEDOVELLA - La commedia compie 50 anni
La “perla del Tirreno” era già stata tre anni prima location per le riprese di “A porte chiuse” di Dino Risi, nel 1964 a Maratea arrivò la troupe del regista e produttore stabiese Silvio Siano (conosciuto anche con lo pseudonimo Edgar Lawson) per girare “La vedovella”, una commedia da B-movie che vedeva protagonisti l’incantevole coppia Margareth Lee e Felix Marten e, tra gli altri interpreti, Peppino De Filippo, Aroldo Tieri, Giacomo Furia, Dolores Palumbo.

Da un soggetto dello stesso Siano, scritto insieme a Sabatino Ciuffini e a quell’eclettico personaggio che fu Camillo Marino ( direttore artistico del neorealista Festival Laceno D’Oro, fondatore e direttore della rivista Cinema Sud, a lui è ispirato il tormentato personaggio di Stefano Satta Flores in "C’eravamo tanti amati” di Scola), “La vedovella” vide inoltre come location anche luoghi e paesaggi di Policastro, Fiumicello e Praia a Mare.

La critica del tempo stroncò la pellicola con un coro quasi unanime, c’è chi arrivò a scrivere impietosamente che “si tratta di un film comico deprimente che all’assoluta sciatteria della sceneggiatura, unisce una regia priva di gusto e di fantasia”.

Giudizio negativo piuttosto esagerato, la commedia rivista oggi - senza andare a compiere la solita e pasticciata operazione del vecchio (e del brutto) cinematografico che diventa cult - è piacevole e divertente, pensata e costruita intorno alla bellona di turno che cattura l’attenzione e le avances di spasimanti, messi in ridicolo e caricatura dalla loro stessa spavalderia.

La storia è quella di Susy, una biondissima prostituta di alto bordo, con un’attività fiorente a Milano. Un giorno nella sua abitazione si presenta un impiegato di uno studio notarile (Aroldo Tieri) e le comunica che ha ereditato un castello dall’anziano Barone Colletta, con cui una aveva avuto in passato una relazione. La donna corre al paese del barone nel Sud Italia, e qui scopre che il maniero è un rudere posto, però, in un terreno di cui più di uno vorrebbe impadronirsi per impiantarvi un sito industriale. La signora baronessa (come la chiamano in paese) viene “cooptata” così da più gagà, a partire da sindaco (Peppino De Filippo) ed assessori, i quali faranno di tutto per convincerla a vendere la proprietà.

La donna, capita l’antifona, inizierà a servirsi delle proprie grazie e prendersi gioco di tutti i suoi corteggiatori. Una volta strappato il voto del Consiglio Comunale contro l’espropriazione del terreno, potrà gettarsi felicemente tra le braccia dell’amato Corrado (Felix Marten). All’uscita nelle sale, “La vedovella” fece un po’ di rumore per qualche scena in cui l’inglesina Margharet Lee appariva quasi del tutto senza veli, ma non subì nessun provvedimento restrittivo dall’ufficio censura. Il film scivola leggero, giocoso, a tratti è macchiettistico ma mai declina verso un’insipienza invasiva, tra le scene più divertenti sicuramente quelle girate in notturna durante la festa patronale nella marateota Piazza Buraglia e nei vicoli adiacenti.

L’avvenenza di Margaret Lee prorompe in ogni sequenza, suggestivo è lo sfondo paesaggistico, mentre a fare da gradevole cornice sonora anche la calda voce del cantastorie calabrese Otello Profazio….Sono passati cinquant’anni da quando fu realizzato “La vedovella”, ma a Maratea o in un altro posto della Basilicata nessun soggetto preposto ancora si è degnato di omaggiare il film. Eppure non occorre mobilitare nessun altisonante apparato organizzativo, basta la proiezione. Solo la visione, nulla di più, ospiti, siparietti e talk show diverrebbero un contorno di troppo.

28/09/2014, 08:20

Mimmo Mastrangelo