OTTOPUNTI - Riflessione pubblica su traumi privati
"
Ci sono cose che si fanno per piacere, altre perché si è costretti. Altre ancora si fanno e basta, come questo film":
"Ottopunti" di Danilo Monte racconta le disavventure di
Timothy Ormezzano, giovane torinese che ebbe la malaugurata idea di recarsi a Genova nel luglio 2001 per partecipare alle manifestazioni contro il G8 e documentarle, ma che venne ingiustamente colpito e incarcerato prima di essere rilasciato. Anche Monte era in Liguria in quei giorni, e insieme i due intraprendono un viaggio in quei luoghi e nei loro ricordi.
Tredici anni sono passati, e oltre: il ricordo è vivo in tutti ma la memoria fatica - per chi non è stato toccato direttamente da quei fatti, ovvio - a tornare su quei giorni, come fossimo schiacciati da ciò che successe poco dopo (l'11 settembre) e contribuì senza sforzi a far girare pagina a noi e al mondo intero, "dimenticando" ciò che era stato prima e che fino a quel luglio del 2001 pareva giustamente fondamentale.
La scelta stilistica di Monte convince, il mostrare Genova come è oggi, la sua bellezza e tranquillità contrapposta al ricordo dei suoi protagonisti e agli stralci audio di quei giorni tragici. Un ricordo privato diventa pubblico, un trauma personale (purtroppo non isolato in quei giorni) diventa collettivo e la catarsi del regista e di Ormezzano diventa in qualche modo di tutti noi spettatori.
Con loro anche alcuni altri protagonisti di quei giorni, Don Gallo, Giuliano e Haidi Giuliani, e il padre di Timothy, Giampaolo Ormezzano.
07/10/2014, 08:53
Carlo Griseri