...E FUORI NEVICA! - Salemme, Buccirosso, Paone e Casagrande
Vincenzo Salemme, insieme agli amici e compagni di lavoro
Carlo Buccirosso,
Nando Paone e
Maurizio Casagrande, finalmente insieme al cinema nella commedia teatrale che li ha lanciati in tutta Italia. Scritta da Salemme nel 1993, da un'idea di
Enzo Iacchetti che doveva esserne interprete con
Francesco Paolantoni, venne poi interpretata a lungo dai quattro per gli impegni dei due attori televisivi.
I quattro più l'interprete femminile
Margareth Madè hanno presentato il film in vista dell'uscita il prossimo giovedì.
"Era da tanto tempo che pensavo di fare questo film, avevo proprio voglia di farlo" dice
Vincenzo Salemme "Non era facile per gli impegni di tutti, ma lo volevamo fare con grande affetto e amore. È stata la commedia che a teatro ci ha portato tanta fortuna. Nel ventennale della scrittura della commedia, nel giugno 2013, ho deciso e ho chiamato o Nando o Carlo, non ricordo chi prima... con Maurizio ci siamo sentiti dopo. Sono stati tutti entusiasti dell'idea".
Come vi siete ritrovati dopo aver lavorato così a lungo insieme sul palcoscenico?
"Siamo amici e l'affiatamento teatrale deve esserci per far funzionare la commedia. Il teatro è come l'amicizia, loro mi fanno ridere da morire ogni volta; dopo 30 anni che ci conosciamo faccio fatica a resistere. La relazione tra gli attori è quella che riesce a dare il ritmo al film".
A proposito di relazione tra gli attori, Carlo Buccirosso ha qualcosa da dire all'amico Vincenzo
"Avevo una buona reputazione con le donne nei lavori di Vincenzo: la Herzigova, la Arcuri... ma dal terzo film ha cominciato a predere tutte le donne per sé, e io sono sempre rimasto a bocca asciutta..."
Per Nando Paone il regista sta dietro ad una buona interpretazione
"La mia interpretazione è scaturita dal testo e dal regista. In teatro bisogna dare merito a Vincenzo per la scrittura e per avermi indicato il personaggio, come renderlo un gioco, uno scherzo. Lui mi ha indicato la direzione. Comunque l'attore ci mette la faccia e il pubblico giudica la qualità dello spettacolo dagli attori. Per riuscire servono appoggi del testo e della regia".
Vincenzo, perché hai deciso di addolcire il finale?
"Perché a teatro, comunque, dopo la fine ci sono i ringraziamenti, il sipario si riapre e il pubblico vede di nuovo gli attori in carne ed ossa. Al cinema ci vuole il lieto fine, a teatro regge meglio un finale drammatico. Come la storia d'amore che serve per rallegrare il clima".
Come mai hai scelto Giorgio Panariello per il ruolo del romano?
"Volevo uscire dall'ambientazione napoletana ma volevo anche evitare di regionalizzare il personaggio che sarebbe diventato il "romano". Invece è un toscano che fa il romano, senza realismo e senza alcun riferimento".
Uscirà in 280 copie molte delle quali in Campania distribuito da Warner Italia.
10/10/2014, 19:59
Stefano Amadio